Fedigno e il Lupo

Questa è la storia, dovete sapere, di come un ragazzo si salvò il sedere. Tra un uccello logorroico ed un lupo generico, ecco pronto un pistolotto di cui al cervello pagherete lo scotto. Mi spiace per voi che ancora leggete, ma ben presto vi pentirete di sentire in modo ben cupo le mirabolanti avventure di Fedigno ed il Lupo. Che poi, se ancora non l’avete capito, questo testo che vi è fornito l’ho scritto tutto in rima, così che nelle vostre teste meglio si imprima!
Andava Fedigno baldanzoso e con ghigno, portava un berretto e in anconetano parlava stretto stretto. Sulla spalla un uccelletto che parlava con diletto. Fedigno si ferma, lo guarda ed esclama: “Com’è ‘sta storia che l’uccelletto declama?!” Il piccolo volatile straordinario, ripreso riguardo il ricco frasario, di botto si fermò e un qualche verso borbottò concludendo con un tipico verso da canarino che canta di primo mattino. A quel punto Fedigno soddisfatto disse: “Ok, e che non si ripeta più il fatto!
Risolto con piglio questo scompiglio il nostro protagonista continuò con la sua conquista, ottenere di un lupo la pelle per poi farne delle belle: Voleva sdraiarcisi dentro come un ghiro sonnolento, oppure rotolarsi sulla pelliccia come rotonda salsiccia, o ancora, quando nudo, da usare come vestito per non farsi dare del pervertito. Era tutto allegro e sognante quando s’imbatté in un ambulante. Fedigno gli chiese: “Ce l’hai, per catturare un lupo, un buon arnese?” Ma certo, gli rispose quello, però in cambio voglio il tuo uccello! A parte gli ovvi motivi di imbarazzo, con infinite battute sul suo… ehm, facciamo arazzo, il buon protagonista capì che un problema era in vista. E infatti ecco che l’ambulante si rivela in un istante. E’ una vecchietta travestita, e se posso anche un poco pervertita, che lo vuole per il suo sollazzo, tornando spesso sulla battuta dell’arazzo.
Si salvò per un pelo usando il ramo di un melo, schiantandolo in testa alla vecchia molesta. “Meno male che non t’ha acchiappato, saresti stato condannato!” disse al suo solito ardito l’uccelletto svampito. S’era dimenticato di stare zitto e per questo venne picchiato fitto fitto. Comunque a parte l’ultima parentesi, e finalmente i patti dati per intesi, al caro Fedigno apparve un sogghigno. La vecchia ferale gli aveva dato un’idea mica male! Si sarebbe infilato nel bosco, e con fare fosco, da lupa si sarebbe travestito per essere dal Lupo assalito. Ma quello, nell’atto del balzo finale, in un buco sarebbe cascato male.
Soddisfatto come un pischello del suo astuto tranello cominciò il suo lavoro per preparare il suddetto foro. Comprato un costume da lupessa, ad una televendita un poco fessa, si vestì in tutta fretta e cominciò subito a far versi da lupetta. Il Lupo famoso, con fare indecoroso, s’apprestò in un momento di fronte al nostro eroe sgomento. Quel lupo disgraziato era arrivato dal lato errato, così in un buco sì sarebbe entrato, ma per la miseria, in quello sbagliato! Per fortuna l’uccelletto vista la situazione amena si mise a parlare al Lupo di buona lena. Quello in un attimo fu fatto rimbambire e al buon Fedigno fu dato di colpire. Ora realizzato il sogno al nostro campione del Lupo la stola, e per l’aiuto nel momento del bisogno, all’uccelletto libertà di parola!

FINE

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