Opera sarcastica in un solo atto

Sole. La terra ormai un ricordo lontano. Una nave spagnola porta i Conquistadores nel Nuovo Mondo. Un viaggio interminabile e il desiderio di ricchezza che li porta oltre l’orizzonte.
Ma che storia sarebbe se adesso non ci fosse un colpo di scena? Se grazie agli infiniti poteri della penna, non facessi scatenare una tragica tempesta a smuovere la situazione? Ed allora ecco! Il mare che si agita, le onde che sembrano volersi mangiare la nave. Il legno trema di paura sotto i piedi degli uomini.
Dopo quell’inferno d’acqua tutto torna calmo. Due sole figure ancora vive tra i pezzi della nave ormai distrutta, tra i cadaveri di uomini e animali abbandonati alla corrente. Di tutto l’equipaggio solo due mozzi sono rimasti vivi.
Sole. La terra tanto desiderata. Un gabbiano stride. Uno dei sopravvissuti si riprende: “Ehi, guarda! E’ la terra, siamo salvi!” “Sì, ma dove siamo?” “Cosa importa? Siamo vivi! Quella è terra, troveremo cibo e acqua. Siamo vivi!
Una risatina lontana. Un ragazzino indios li fissa e continua a ridere. I due uomini sono arrivati sulla spiaggia. Barcollano. Raggiungono il ragazzino e gli chiedono chi è. Quello continua a ridere. “Dove siamo? Parli la nostra lingua?” ma quello ride e non risponde. Un gruppo di indios arriva silenzioso alle loro spalle. Un forte dolore alla testa. Svengono. Adesso sono in tanti a ridere.
Quando i due mozzi si risvegliano si ritrovano in un villaggio, vicino a loro un uomo che sorride gli sta parlando in spagnolo, male ma si possono capire. Gli chiede da dove vengano, loro puntano il dito al mare: “Lontano, verso l’orizzonte. Veniamo da un altro mondo oltre l’oceano“. L’uomo sorride. “Ma perché ridono tutti in questo posto?
Passa la notte. Al risveglio i due uomini sono tutti indolenziti, hanno dormito su letti fatti di terra e foglie secche. “Almeno siamo vivi…” Fuori dalla capanna in cui li hanno condotti ci sono dei tacchini, spennati e appesi. Sono belli grassi e un uomo li sta colorando con le dita, sta dipingendo dei cerchi gialli, rossi e blu. L’indios li guarda, sorride e gliene da uno. I due accendono in tutta fretta un fuoco. Una volta riscaldati alla meglio i due uccelli cominciano a mangiare. Sembrano animali, quelli del villaggio che gli passano vicino li guardano in modo strano.
Quando cala la sera l’intero villaggio si riunisce vicino ad un grande falò, le donne prendono i due marinai, li invitano a ballare con loro. Sono felici. Sono vivi. Gli uomini gli danno da bere uno strano intruglio. La musica, le danze. Il mondo intorno a loro diventa un vortice di colori e suoni. Un indios si avvicina e comincia a dipingere sui loro corpi dei cerchi gialli, rossi e blu. Un bambino ride.

FINE

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