Racconto di San Valentino

Mi ricordo il mio primo amore. Avevo 16 anni e ogni volta che la vedevo sentivo un tuffo al cuore. Proprio in quei momenti qualcosa dentro di me scattava. Un impulso più forte della ragione prendeva possesso del mio corpo. Ma erano bei momenti. Almeno dopo che avevo trovato un bagno dove sfogarmi.
Questo piccolo pensiero rappresenta perfettamente quello che fu il periodo della mia adolescenza. C’era una ragazza, appena trasferitasi nella mia scuola, di cui mi ero follemente innamorato, ma lei era molto bella e io temevo che non mi avrebbe mai considerato. Così è iniziato il mio rituale di quel periodo. Quando la vedevo finiva sempre che andavo in bagno ad amare me stesso. Quando gli altri se ne stavano seduti in classe a seguire la lezione, io passavo il tempo in bagno solo con me stesso. Quando gli altri nella pausa pranzo giocavano a pallone, io chiuso in bagno giocavo con me stesso. Quando gli altri dormivano, dormivo anch’io perché va bene la giovinezza ma dopo un po’ uno si stanca!
L’ho rivista ieri dopo anni, proprio il giorno di San Valentino. Dopo la sorpresa iniziale abbiamo cominciato a parlare. Alla fine mi sono aperto e le ho raccontato i sentimenti di un tempo, di quando ero un timido ragazzino senza il coraggio di rivolgerle la parola. Lei gentilmente mi ha guardato negli occhi e mi ha detto che se allora ci avessi provato me l’avrebbe data come al resto della scuola. Ma ormai era troppo tardi, le sue tariffe erano troppo alte per uno straccione come me…
L’unica conclusione che si può ricavare da questa storia è che se vi piace una ragazza e siete timidi, come prima cosa tirate fuori il portafoglio, qualcosa succederà.

Stretta la foglia, larga la via,
Se conosci una ninfomane fai girare il suo numero!
Cmq e Sempre Byo