Racconti per altri: Hidden

Comincia il testo chiamato Hidden, nel quale sono contenute quattro storie raccontate in quattro giorni da due ragazze e due ragazzi.
I giovani, annoiati a scuola, si riunivano di nascosto nella soffitta a raccontarsi storie che il ‘nascondersi’ avevano come argomento:

Giornata prima: Giovanni – Il Furfante
La mia è la vita del fuggiasco. Sempre in fuga. Vivo nascosto da tutti, la mia è un’esistenza di segreti e ombre.
Alle volte mi capita di incontrare anime buone che mi danno un po’ di conforto. Qualcosa da mangiare. Un sorriso. Ma poi devo ricominciare la mia fuga eterna, questa è la mia vita.
I tetti sono la mia strada. La notte è per gli altri il momento del riposo, ma per me è il momento delle scorribande. Dei furti più incredibili. Del cuore che batte in gola. Della libertà che mi fa sentire vivo.
Sono stato ingabbiato una volta. L’uomo che mi sorvegliava si divertiva con me. Mi umiliava con quelli che per lui erano passatempi. Ma un giorno sono evaso e da allora sono libero.
La verità è che un gatto si nasconde per vivere grandi avventure.

Giornata seconda: Misaki – La Ragazza Innamorata
La ragazza era molto timida.
Il ragazzo correva sempre nel parco.
Lei si nascondeva per vedere il suo amore.

Giornata terza: Sophie – Il Prestigiatore
Il re fece chiamare tutti i maghi del suo paese per allietarlo nel giorno del suo compleanno. Il migliore tra loro avrebbe avuto un lavoro assicurato a corte. Arrivarono in molti e tra loro c’era il prestigiatore.
I maghi fecero del loro meglio. Numeri incredibili. Ma nessuno di essi colpì veramente il re.
Venne il turno del prestigiatore: “La mia magia più grande consiste nel far scomparire il mio stesso cuore. Lo nasconderò in un luogo dove nessuno mai potrà arrivare, neppure io!
Detto questo fece apparire una scatola ricoperta di cuoio rosso alzando un normalissimo foulard da un tavolino. La aprì, poi con un gesto del mantello coprì il proprio corpo. Disse qualcosa sottovoce. Il mantello si riaprì e il prestigiatore teneva con la mano un cuore palpitante.
Lo depose nella scatola e quando la richiuse questa prese fuoco. Tutto ciò che rimase sul tavolo furono delle ceneri fumanti.
Il pubblico rimase in silenzio. Il prestigiatore chiamò una ragazza dal pubblico e le chiese gentilmente di ascoltare se nel suo petto ci fosse battito alcuno.
Silenzio” disse la ragazza. Il pubblico applaudì. Il re rimase colpito. Voleva parlare con quell’uomo.
Se quello che dici è vero“, chiese il re al prestigiatore, “che non puoi più avere indietro il tuo cuore, perché l’hai fatto?
Il prestigiatore rispose allora: “Alle volte bisogna nascondere il proprio cuore per avere successo nel proprio lavoro“.
Al re la risposta sapeva di servilismo. Assunse un mimo.

Giornata quarta: Michael – I Bambini
I due bambini erano amici di lunga data. Ogni pomeriggio si trovavano nel bosco e giocavano a nascondino. Ogni giorno. Ormai quel passatempo era diventato noioso.
Fu un giorno d’inverno che uno dei due propose di nascondersi nel Nulla. Non li trovarono più.

Quello che avevano detto a parole lo riportarono su carta e decisero di nascondere i fogli sotto un’asse del pavimento che sembrava potersi muovere.
Una volta spostata trovarono uno spazio con dentro una scatola. Dentro un foglio ed un oggetto incartato.
La lettera era di un ragazzo, molti anni prima aveva studiato in quella scuola e aveva voluto lasciare un segno del suo passaggio.
Non aprirono l’oggetto e rimisero al suo posto la scatola. Gli piaceva l’idea di tenere nascosto qualcosa ai lettori.

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Testo di incipit…

Cosa succede alle persone cosiddette normali quando incontrano di colpo un matto che urla o le investe di un delirio incomprensibile?

Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione.
Erano cielo e terra sottosopra prima che il buio caos fosse dissolto. Nel cerchio sfocato della lente la figura si muoveva appena, senza testa. Era un uomo nero e roccioso, molto freddo.
“Allora, non c’è nessuno qui?… BRATH!…”
“Era una gioia appiccare il fuoco.”
“…Dunque tu chi sei?”
La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo.
Una volta Marina mi disse che ricordiamo solo quello che non è mai accaduto. Fu un errore mentire.
Da oltre un’ora sedeva immobile, appoggiato allo schienale pressoché diritto della vecchia poltrona Luigi Filippo, di pelle nera ormai logora, che per quarant’anni lo aveva seguito da un ministero all’altro, tanto da diventare leggendaria. “Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un’occasione, ma di sicuro non l’avrei immaginata così.”
Paura vera.
Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi.
Aveva piovuto tutto il giorno.
Quand’ero molto piccolo ho visto un Dio.
Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati.
In cima al sentiero, Augusto Griot si fermò a prendere fiato. In mattinata il generale si soffermò a lungo nella cantina del vigneto.
Ricordo molto bene il giorno prima — anzi il pomeriggio prima — che tutto cominciasse.
L’idea dell’eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell’imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l’abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all’infinito!
“Sono figlio di un padre mai nato.”
“Sua madre era stata abbattuta dal cacciatore.”
“Che poi non ce ne eravamo neanche accorti, ma è cominciato tutto perché qualcuno aveva talento, purtroppo.”
Senza far rumore, cominciò a sbirciare nei cassetti.
“Sono sicuro, nel sonno, di svegliarmi in una casa in riva al mare, dove ho trascorso tutta la notte con la donna che amo, vivendo con lei momenti di assoluta felicità.”
Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva.
“Mi accade spesso di sognare l’Albergo del Delfino.”
Una cosa era certa: la gattina bianca non c’entrava per nulla.
Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto. Non ha confini.
Che freddo. Era una gioia appiccare il fuoco.
Abito a villa Borghese.
Cadeva la notte di San Giovanni.
Da un po’ di tempo ormai, Roberto si era stufato di sognare: faccio sempre la figura del cretino, pensava.

Solo incipit e nulla più…
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Racconti per altri: Float

Il signor John Smith e sua moglie Dolores avevano un posto speciale, tutto loro.
Nella loro villa sul lago si erano fatti costruire un piccolo molo galleggiante e ogni volta che potevano andavano là per prendersi una pausa dai problemi di tutti i giorni. Si sedevano sul molo e, cullati dalle onde, guardavano verso il lago. Quando al mattino arrivava la nebbia sulla superficie dell’acqua gli sembrava di fluttuare nel nulla e proprio allora avevano luogo le loro visioni.
Questo è il resoconto di ciò che videro un giorno di nebbia sul lago:

Visione della Nascita
Una noce di cocco si staccò da una palma e cadde nell’oceano. Galleggiando tra le onde arrivò su una spiaggia lontana. Là mise le radici, crebbe e su i suoi rami cominciarono a crescere dei frutti.
Un giorno alcune noci di cocco si staccarono dalla palma e finirono nell’oceano. Galleggiando tra le onde arrivarono su spiagge lontane. Là misero le radici, crebbero e su i loro rami cominciarono a crescere dei frutti.
Il tempo passò e molte noci di cocco si staccarono dalle palme e finirono nell’oceano. Galleggiando tra le onde arrivarono su spiagge lontane. Là misero le radici, crebbero e su i loro rami cominciarono a crescere dei frutti…
Il miracolo della vita è bello, ma dopo un po’ diventa di una noia mortale!

Visione della Vita
L’inglese arrivò di corsa. Riprese un po’ fiato. Si mise a posto la camicia nei pantaloni. Finalmente parlò:

-Drifting on the surface of life-
The fishing float is floating away
The float plane is hovering over the sea
I’m not so floatable without my flotation aid
I’ll float you an idea: I’ll give you some money, but don’t leave me sinking in the water!

Finita la sua poesia, usando un italiano un po’ stentato, continuò così:
Pescavo. Affondavo. Mi hanno salvato.
Gran brave persone…

***

The Italian came running. Regain a little breath. Tucked his shirt in his pants. Finally spoke:

-Alla deriva sulla superficie della vita-
Il galleggiante della canna da pesca andava alla deriva
L’idrovolante sorvolava il mare
Io non sono così bravo a galleggiare senza il mio salvagente
Vi propongo un’idea: vi darò dei soldi, ma non lasciatemi affondare nell’acqua!

After his poem, using slightly broken English, he went on saying:
I was fishing. I was sinking. They saved me.
Very nice people…

Visione dell’Amore
Un astronauta volteggiava nello spazio guardando la Terra, ne era perdutamente innamorato.
Un giorno non riuscì più a resistere, si mise la tuta, uscì dal portello della stazione spaziale e tenendosi ad una maniglia cercò di avvicinarsi il più possibile all’oggetto del suo amore. Si sporse così tanto che alla fine perse la presa e cominciò a galleggiare nello spazio.
In quel momento sulla Terra due innamorati si diedero il loro primo bacio. Per l’emozione le loro teste cominciarono a galleggiare leggere nell’aria. Andarono sempre più su sospinte dal vento. Arrivarono più su delle nuvole, e ancora oltre fino allo spazio, e là si incontrarono con l’astronauta. Era morto. Qualcuno disse in maniera romanticamente inutile…

Visione della Morte
Esiste un luogo chiamato Limbo, là un fiume di corpi senza vita scorre impetuoso e su esso galleggia una barca condotta dalla Morte in persona.
Ogni tanto l’imbarcazione si ferma, la Cupa Mietitrice si sporge e tocca il corpo di quello che fu un uomo, ed esso parla raccontando chi era in vita e come avvenne il suo trapasso. Allora la Morte fa una spunta sul suo block-notes e passa avanti. La sua intera esistenza trascorsa a galleggiare sopra cadaveri e controllare che non ci siano errori.
Per fortuna ogni volta che finisce il suo turno di lavoro può tornarsene a casa dal suo adorato pesce rosso. Si diverte un mondo a vederlo nella sua piccola boccia di vetro mentre galleggia a pancia all’aria, giocando a fare il morto.

Il signore e la signora Smith si sentivano sempre meglio dopo le loro visioni, per loro erano meglio della televisione. Gli bastava una mattinata a guardare in mezzo al lago per sentirsi la mente ricaricata e il corpo come se galleggiasse in un oceano di pace.
Non fossero stati ricchi li avrebbero rinchiusi in manicomio, altro che fluttuare tra nebbie e assurdità varie!

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Racconti per altri: Material

L’uomo aveva deciso di non muoversi più. Sarebbe diventato immobile ed eterno come la roccia. Ma stare fermi annoia, per questo cominciò a raccontarsi delle storie:

La vita segreta dei libri
L’uomo aveva letto tutti i libri della sua enorme biblioteca. Nessuno di loro aveva più segreti per lui, e fu proprio in quel momento che si rese conto di una cosa incredibile. I libri bisbigliavano.
Era solo una cosa impercettibile, ma se si concentrava riusciva a sentirli.
Passò tempi infiniti a cercare di capire cosa dicevano, e quando finalmente ci riuscì scoprì la cosa più straordinaria di tutte. I libri, tra loro, parlano dei programmi visti in televisione.

Conoscere è vivere
Adoro navigare in internet. Scoprire cose nuove, partecipare alla finestra sul mondo…
Si accese la luce. Nella stanza entrò un uomo: “Ancora con questa storia dell’internet?! Smettila di fingerti vivo!” e con un clic spense il computer.

Lo specchio
Nel segreto della sua casa il ragazzo parlava spesso al suo riflesso nello specchio.
Gli raccontava storie che aveva scritto, gli confidava i suoi segreti più profondi.
La cosa era un po’ sciocca ma in qualche modo lo faceva sentire bene.
Un giorno la sua vicina venne a trovarlo e prima di uscire si guardò civettuola nello specchio.
Quella sera stessa, dopo una lunga litigata provocata dalla gelosia, il ragazzo lo ruppe in mille pezzi.

Piccole soddisfazioni
A Gianni piaceva il senso di onnipotenza.
In estate faceva il ghiaccio con dei contenitori a forma di omini. Una volta pronti si divertiva un mondo a vederli affogare nel the freddo.
L’importante per lui era godersi le piccole soddisfazioni della vita.

Biscotti
Anna adorava impastare i biscotti a forma di animali. Quello che non le piaceva era quando tentavano di scappare dal forno acceso.

Vivere
Fingersi vivi, è lì che sta il segreto!” disse la pietra alla tartaruga…

L’uomo chiuse gli occhi e iniziò il suo sogno di eternità.

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Racconti di una vita vissuta per finta

Mentre buttavo via delle vecchie carte ho ritrovato un pezzo mai pubblicato. Dato che tecnicamente era estivo e ancor più tecnicamente siamo ancora in estate, lo pubblico adesso:

Ah, l’amore in coda…
Qualche giorno fa ero in posta per pagare le bollette, e voi saprete bene che luoghi simili non possono essere definiti “uffici” ma gironi danteschi! Com’era inevitabile mi sono ritrovato in una coda chilometrica…
Fin qui nulla di eccezionale, al massimo potrei stare a dirvi quante ore ho buttato nel cesso facendo una cosa che odio e trovo del tutto inutile, ma questa volta invece vi racconterò delle bellezze di una coda.
Me ne stavo a santiare in un’ansa della fila quando nel tentativo di capire quanto tempo avevo ancora da soffrire mi sono ritrovato affiancato ad un’altra coda, nel preciso mi trovavo di fianco ad una ragazza molto carina. Come sempre succede in situazioni simili si finisce per fare fronte comune alle avversità e così abbiamo cominciato a parlare.
La coda non finiva mai ma per la prima volta ne ero contento, mi dava la possibilità di conoscere una ragazza bella e simpatica. Ad ogni modo quella nostra strana relazione andò avanti per un po’, ogni tanto la mia fila andava un poco avanti, ogni tanto toccava alla sua, ma nel complesso riuscivamo a mantenere un discorso stabile.
Dopo la prima ora le avevo già chiesto di vederci una volta usciti da quell’inferno, dopo due ore c’era già stato del sano petting tra noi, alla quarta ora, grazie all’aiuto dei nostri vicini di fila, avevamo anche fatto qualcosa di più. Era ormai chiaro che c’era qualcosa di importante tra noi e così, forse stordito dalla velocità di un paio di anziani nel ritirare la pensione allo sportello, le feci la domanda fatidica. Fu così che ci sposammo quando mancava poco al nostro turno, tutto grazie ad un giudice di pace in fila lì vicino a noi.
Purtroppo questa storia ha un risvolto dal sapore amaro, quando toccò a noi e finalmente uscimmo, forse per il fatto che ci vedevamo per la prima volta sotto la luce naturale e non con quell’illuminazione eterea da neon, non ci riconoscemmo quasi in quelle due persone che nella coda si erano tanto amate. Ci lasciammo quella stessa sera dopo aver capito di non avere poi molto in comune. Ormai credo che una parte di me soffrirà sempre un poco quando me ne starò fermo in una coda, mentre il resto di me come al solito si scasserà i coglioni per dover fare una cosa tanto fastidiosa!
Quindi prendete questo racconto dolce-amaro come un insegnamento per la vita, se volete fare una coda portatevi sempre dietro un pacchetto di preservativi, un anello matrimoniale ed una fazzoletto per quando tutto sarà finito. Le code sanno far male.

Annaspando nella Nutella
Qualche giorno fa ero in un supermarket e come tutti noi sappiamo nel momento in cui si entra nella corsia dei dolci l’occhio casca sempre sulle confezioni mastodontiche della Nutella. Ormai credo che stiano raggiungendo il quintale o poco meno. Ad ogni modo quella volta non ce l’ho fatta più e così ho esaudito il sogno di una vita, ho comprato il vasone formato maxi!
Arrivato a casa non potevo più frenare la mia voglia di aprilo e tufarci dentro l’intera mano per poi godermi il dolce frutto dei sacrifici del mio portafoglio. La cosa però divenne quasi una mania, in poche ore l’avevo già finito e ne volevo ancora, ancora, ANCORA!! Alla fine tornai in quel supermarket quando stavano per chiudere, li pregai di farmi entrare. Purtroppo accettarono. Comprai così tanti vasi che il mio povero portafoglio restò desolatamente vuoto.
Quando arrivai a casa sembravo posseduto. E così feci il più grande errore, e allo stesso tempo la più grande estasi, della mia vita. Svuotai i vasoni di Nutella nella vasca e mi immersi completamente nudo nel dolce prodotto del mio vizio. Mi ripescarono due giorni dopo.
Il fatto è che dentro quel dolce bagno vizioso stavo per lasciarci le penne e così passati due giorni senza vedermi i miei vicini preoccupati vennero a vedere come stavo. I pompieri ci misero due ore buone di duro lavoro per riuscire a togliermi da quella colla deliziosa. Temo che non riuscirò più a mangiare la Nutella senza rivivere quel brutto ricordo, però allo stesso tempo potendo tornare indietro credo poprio che rifarei tutto. Insomma c’è da chiedersi se morire di vizio sia poi un così brutto modo di morire…

Tanto va la gatta al lardo che mi lascia sul lastrico
Io amo gli animali. E’ più forte di me, se ne vedo uno per strada finisce che lo prendo e me lo porto a casa. Il problema è che forse gli animali non amano me.
Qualche giorno fa ho visto sotto casa mia un gatto tutto spelacchiato e come sempre ho finito per prenderlo e portarlo nel mio appartamento. Il piccoletto ha dimostarto subito un bell’appetito facendosi fuori buona parte del mio frigorifero. Alla fine ho pensato di seguire i vecchi consigli dei poverbi e così, tanto per fare una cosa gradita a quel povero animaletto, sono uscito a compragli del lardo.
A parte che quando sono tornato la casa era semidistrutta, causa unghiate ovunque e spisciazzate sulla parte rimasta integra, la piccola creaturina bastarda si era finita la restante parte del mio frigorifero riuscendo non so ancora come ad aprire lo sportello.
Per farvela breve quella sera ho mangiato uno stupendo coniglio con tanto di intingolo. E pensare che in casa avevo solo un gatto ed un bel pezzo di lardo.
La morale è: non sempre dalle disgrazie escono solo cose brutte. E se posso aggiungere, il gatto è davvero buono se lo sai cucinare bene.

Per concludere vi dirò che le vite vissute per finta possono essere belle o possono essere brutte, tutto dipende se a livello del subconscio ci si vuole bene o male. Anche se personalmente credo che il problema vero e proprio sia che cose del genere a me capitano sul serio e così mi chiedo che cacchio stò a scrivere ‘Racconti di una vita vissuta per finta‘ e non mi limito semplicemente a mettere come titolo ‘Giorni qualunque di una persona qualunque‘ o ancora meglio ‘Non sapevo cosa cacchio fare e così vi rompo un po’ le balle facendovi leggere i cazzi miei‘!

Direi che a questo punto non mi resta che salutarvi,
magari con un estivo e quanto mai lascivamente sudatizzo:
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Caro diario…

Caro diario, è da un po’ che non ti scrivo, ma essendo stato occupato non ho avuto molto tempo per farlo, anche perché se avessi avuto tempo allora l’avrei fatto e non starei qui a scrivere sul fatto che non ho avuto molto tempo per farlo…
Ad ogni modo, ti volevo dire che circa una settimana fa ho visto dalla finestra di casa mia la cameriera della casa di fronte. Una ragazza molto timida e introversa, chiaramente non a suo agio con quel mestiere. Te la descriverò così come l’ho vista la prima volta, per farti capire com’è fatta: una gnocca che levati, brasiliana o roba del genere, insomma pelle scura senza segno del costume, e lo so perché faceva i mestieri completamente nuda, pur con tutto il freddo che fa! Ascoltava della musica, ma anche se non l’avesse fatto, con tutti i fischi che partivano dalle finestre affacciate verso la sua, avrebbe sentito una sinfonia da orchestra classica. Insomma, come ho detto all’inizio, una timida e introversa con qualcosa che non so. Ero innamorato perso.
Ieri finalmente ho fatto il mio abbordaggio, ho contato le finestre e sono andato a quello che credevo l’appartamento. Purtroppo avevo sbagliato palazzo. Ci ho riprovato ma ho sbagliato appartamento. Perso come un sorcio nel labirinto sono impazzito dalla mia passione non sfogata. Sono tornato a casa mia, ho aperto la finestra del balcone e, moderna scimmia urlatrice, le ho urlato tutto il mio amore. Lei si è tolta le cuffie capendo che parlavo verso di lei e ha provato a dirmi qualcosa che non capivo. La giornata è finita con noi due che ci urlavamo parole d’amore e d’incomprensione da un palazzo all’altro. Mi hanno detto che un mio vicino ha ripreso tutta la scena e se vai in un sexy shop puoi comprare la cassetta a poco prezzo, sempre che un diario abbia le possibilità economiche per comprarsi una cassetta di un sexy shop, seppure a buon prezzo. Nel caso fammelo sapere che sono già in parola per degli autografi e potrei farne uno anche a te. Comunque stasera ci vediamo, io e la mia bella, e se tutto andrà come spero questa notte ‘spolvererà‘ in casa mia. Finalmente mi potrò godere il suo meraviglioso corpo nudo tutto per me, e avrò la casa pulita come sognavo da tanto tempo.
Sperando un giorno di poterti invitare a cena per presentartela, ti saluto cordialmente.

Dal manicomio,
Cmq e Sempre Byo

Racconto di San Valentino

Mi ricordo il mio primo amore. Avevo 16 anni e ogni volta che la vedevo sentivo un tuffo al cuore. Proprio in quei momenti qualcosa dentro di me scattava. Un impulso più forte della ragione prendeva possesso del mio corpo. Ma erano bei momenti. Almeno dopo che avevo trovato un bagno dove sfogarmi.
Questo piccolo pensiero rappresenta perfettamente quello che fu il periodo della mia adolescenza. C’era una ragazza, appena trasferitasi nella mia scuola, di cui mi ero follemente innamorato, ma lei era molto bella e io temevo che non mi avrebbe mai considerato. Così è iniziato il mio rituale di quel periodo. Quando la vedevo finiva sempre che andavo in bagno ad amare me stesso. Quando gli altri se ne stavano seduti in classe a seguire la lezione, io passavo il tempo in bagno solo con me stesso. Quando gli altri nella pausa pranzo giocavano a pallone, io chiuso in bagno giocavo con me stesso. Quando gli altri dormivano, dormivo anch’io perché va bene la giovinezza ma dopo un po’ uno si stanca!
L’ho rivista ieri dopo anni, proprio il giorno di San Valentino. Dopo la sorpresa iniziale abbiamo cominciato a parlare. Alla fine mi sono aperto e le ho raccontato i sentimenti di un tempo, di quando ero un timido ragazzino senza il coraggio di rivolgerle la parola. Lei gentilmente mi ha guardato negli occhi e mi ha detto che se allora ci avessi provato me l’avrebbe data come al resto della scuola. Ma ormai era troppo tardi, le sue tariffe erano troppo alte per uno straccione come me…
L’unica conclusione che si può ricavare da questa storia è che se vi piace una ragazza e siete timidi, come prima cosa tirate fuori il portafoglio, qualcosa succederà.

Stretta la foglia, larga la via,
Se conosci una ninfomane fai girare il suo numero!
Cmq e Sempre Byo

Significando il Natale…

Definirmi come ‘normale‘ temo sia impossibile, purtroppo se non metto un po’ di assurdità in tutto quello che faccio non riesco a stare bene. Questo piccolo preambolo per dirvi che pure il Natale che tanto adoro non è rimasto illeso dal mio tocco assurdo, e così invece di dirvi “Buon Natale” vi dirò “Gùmaligambi Pasquò” ovvero “Buona Pasqua anche a Natale“!

Per festeggiare vi racconterò la vera storia di come nacque la festa di Natale:
In un tempo lontano il Natale ancora non esisteva, e così tutte le creature del Polo Nord non sapevano cosa fare.
Gli Elfi si davano all’alcolismo sfrenato. Le renne volanti passavano le loro giornate a lasciare ‘ricordini’ sulle auto degli Elfi posteggiate davanti ai bar locali. Tutti i pirla che oggi vanno in giro vestiti da Babbo Natale se ne stavano in casa loro al caldo vicino alle loro famiglie, senza rompere le scatole agli ignari passanti.
Un bel giorno però, un bambino fece una scelta incredibile. Decise che sarebbe cresciuto nel corpo, ma che il suo cuore sarebbe rimasto eternamente quello di un bambino, pieno di stupore e meraviglia sinceri verso il mondo. Però uno che si comporta sempre come un bambino finisce con il mangiare troppi dolci e non farsi la ragazza, così divenne ben presto un ciccione obeso con una barba enorme e folta.
Casa sua cominciò a stargli stretta, voleva vedere il mondo, perciò partì e viaggiò così tanto che alla fine incappò nel Polo Nord. Qui voi penserete che avrà trovato le simpatiche creature fatate che cazzeggiavano e con loro fondò l’idea del Natale, ma la verità è molto più crudele. Il grande piccolo bambino, appena arrivato in quelle fredde terre, incontrò una bella ragazza, si innamorò e quell’arpia lo costrinse a fondare un’impresa globale di regali con tanto di festa annessa!
Ad ogni buon conto da un male per uno ne venne un bene per tutti. Da allora gli Elfi si misero a lavorare in fredde e omicide fabbriche di giocattoli. Le renne volanti smisero di essere libere, ed imbrigliate ad una slitta si misero a servire il buon vecchio Babbo. Ed infine tutti quelli che vivevano al Polo Nord furono deportati in ogni parte del mondo, travestiti da Babbi Natali farlocchi, intenti in continue ed esasperanti richieste di denaro agli indifesi passanti.
Quindi ringraziamo la cara Mamma Natale, che adesso se ne sta su al Polo Nord tra soldi e possedimenti vari nel suo regno di servitù matrimoniale, donando a tutti noi un felice, caldo e materialistico Natale.

Auguro a tutti un felice Gùmaligambi Pasquò!
Cmq e Sempre Byo

Non so se a voi è mai capitato…

Ho una vita assai strana, mi capitano cose che non mi capitano:

Qualche anno fa mi capitò un fatto assai particolare. Come al solito stavo battendo sui viali vestito da mignottone per tirar su qualche soldo, quando arriva un cliente e mi dice che mi darà molti soldi e mi farà diventare la sua principessa.
Ora sono ricco sfondato e mi sono definitivamente fatto donna. Quindi mi chiedo perché sto ancora scrivendo su questo blog se io non sono più io. Quindi ciao.

Sono stato da un prete a confessarmi. Dice che per i peccati che ho commesso dovrei correre in moto lungo l’autostrada, bendato e contromano!
Mi chiedo cosa ci sia di male nel nominare il nome di Dio invano, 666 volte, accostandolo al nome di un simpatico animale da fattoria…

L’altra sera dovevo pestarmi con un barbone. Lui non si è presentato e così io mi sono incazzato ancora di più. Morale della favola non avendo nessuno da pestare non ho picchiato nessuno, che come doppia negazione significa che ho picchiato qualcuno! Credo anche di averlo mandato all’ospedale, perché mi conosco, sono uno troppo calmo, quando scoppio sono tremendo.
Domani vado a fargli una visita, il casino è che non so chi sia il tizio né in che ospedale sia finito, quindi mi ci vorrà una marea di tempo per trovarlo, e se non lo trovo significa che l’ho trovato e quindi stop, la storia finisce qui.

Domani mi trasferisco in un attico, se tutto va bene tra una settimana prendo un paracadute e mi tuffo nel vuoto, atterro in un parco, costruisco un bungalow, lo trasformo in un bar, conosco una, ci faccio una famiglia, mi vendo l’anima al Diavolo per una vita migliore e alla fine mi faccio una bella doccia, mi vesto, esco e intraprendo una vita da stuntman.

Un sassofonista suonava sotto il portone di casa mia. Tutti i vagabondi che lo sentivano si fermavano lì con lui a ballare e cantare. Oggettivamente una scena bellissima. Comunque io ho chiamato la polizia e li hanno arrestati in blocco.
Su un giornale locale ho letto che in carcere li hanno stuprati tutti, soprattutto il sassofonista che ora è fidanzato con un carcerato.
Giustizia e romanticismo sono fatti!

Non so perché ma quando vedo un fotografo mi vien voglia di fotografarlo…
Cmq e Sempre Byo

Mi capita alle volte…

Ogni tanto mi capita di guardarmi allo specchio, dire qualche cazzata, e ridere come un pirla. Se a voi non capita significa che quelli strani siete voi!
Vi avverto, è un periodo che sono facilmente irritabile, quindi datemi ragione o siete rovinati. Sapete quella vicina di casa che amate in segreto da una vita? Ecco, se non cominciate a ridere anche voi davanti agli specchi sono dispostissimo ad andare a casa sua, farle la proposta di matrimonio e rovinare per sempre il vostro sogno d’amore!
Scusate, non so cosa mi capita ultimamente. Negli ultimi giorni mi basta un niente e parto con gli insulti. Se continua così la prossima volta che si riunisce la solita folla di miei ammiratori finisce in tragedia. Che poi anche loro, che cavolo vengono a guardarmi mentre faccio la doccia tutto nudo ed insaponato?! E’ un bello spettacolo, per carità, ma poi non meravigliatevi che i giornali pubblicano cose del genere: “Morta un bordello di gente. Trovato il colpevole completamente nudo e delirante su una strana storia di specchi e folle ambosessi ninfomani“.
Dopo quest’ultimo passaggio capisco anch’io che è giunta l’ora del ricovero forzato…

Siete strani!
Cmq e Sempre Byo