Una questione disdicevole

Per quanto lei non lo volesse avrebbe dovuto fare quella cosa. Era destino.
Già, il destino. Quello che l’aveva sempre fregata.
Qualsiasi cosa facesse, qualsiasi cosa dicesse, sempre destinata a qualcosa di diverso da quello che voleva.
“Volere è potere” diceva sempre suo padre. Ma com’era finito lui? Pezzi di cervello su tutta la cucina. Ucciso dalla donna che amava, ma che non era stato capace di tenersi.
No caro papà, volere non è potere, è soffrire.
E ancora quella cosa andava fatta.

Quando vidi ciò che la mamma aveva fatto non potei che odiarla con tutta me stessa.
La colpii e colpii ancora. Mi fermai solo quando un uomo in uniforme mi afferrò il braccio.
E poi chiusa dietro pareti di cemento.
Sono stati tanti gli anni che ho passato a rimpiangere ogni singolo istante di quel giorno.
Ho sofferto, papà. Le tue colpe sono ricadute su di me.
E ancora quell’odiosa cosa da fare. Quella scelta asfissiante che mi blocca. Quel mio dovere che mi attende.

In carcere non è stato facile. Ho dovuto imparare a vivere.
Quante volte ho dovuto rimandare indietro le lacrime? Quante ore ho passato sul lavandino, cercando di lavare via dalle mani quel sangue che solo io vedevo?
Ma eccomi qui. Sono libera, di nuovo libera di decidere. Io per me stessa!
Però non è durata la mia libertà.
Ora sono nuovamente davanti ad una scelta imposta, imbarazzante, impietosa.

“La prego, si sbrighi. C’è la coda dietro di lei!” dice il piccolo commesso che ho di fronte.
La gente dietro di me mi guarda con disprezzo. L’imbarazzo mi soffoca.
Ma la scelta è troppo difficile per me. Panino kebab o piadina kebab?
Perché il mondo è così cambiato mentre ero dietro le sbarre?!

Una commedia noir sul filo del pulp…
Cmq e Sempre Byo

Testo di incipit…

Cosa succede alle persone cosiddette normali quando incontrano di colpo un matto che urla o le investe di un delirio incomprensibile?

Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione.
Erano cielo e terra sottosopra prima che il buio caos fosse dissolto. Nel cerchio sfocato della lente la figura si muoveva appena, senza testa. Era un uomo nero e roccioso, molto freddo.
“Allora, non c’è nessuno qui?… BRATH!…”
“Era una gioia appiccare il fuoco.”
“…Dunque tu chi sei?”
La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo.
Una volta Marina mi disse che ricordiamo solo quello che non è mai accaduto. Fu un errore mentire.
Da oltre un’ora sedeva immobile, appoggiato allo schienale pressoché diritto della vecchia poltrona Luigi Filippo, di pelle nera ormai logora, che per quarant’anni lo aveva seguito da un ministero all’altro, tanto da diventare leggendaria. “Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un’occasione, ma di sicuro non l’avrei immaginata così.”
Paura vera.
Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi.
Aveva piovuto tutto il giorno.
Quand’ero molto piccolo ho visto un Dio.
Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati.
In cima al sentiero, Augusto Griot si fermò a prendere fiato. In mattinata il generale si soffermò a lungo nella cantina del vigneto.
Ricordo molto bene il giorno prima — anzi il pomeriggio prima — che tutto cominciasse.
L’idea dell’eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell’imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l’abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all’infinito!
“Sono figlio di un padre mai nato.”
“Sua madre era stata abbattuta dal cacciatore.”
“Che poi non ce ne eravamo neanche accorti, ma è cominciato tutto perché qualcuno aveva talento, purtroppo.”
Senza far rumore, cominciò a sbirciare nei cassetti.
“Sono sicuro, nel sonno, di svegliarmi in una casa in riva al mare, dove ho trascorso tutta la notte con la donna che amo, vivendo con lei momenti di assoluta felicità.”
Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva.
“Mi accade spesso di sognare l’Albergo del Delfino.”
Una cosa era certa: la gattina bianca non c’entrava per nulla.
Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto. Non ha confini.
Che freddo. Era una gioia appiccare il fuoco.
Abito a villa Borghese.
Cadeva la notte di San Giovanni.
Da un po’ di tempo ormai, Roberto si era stufato di sognare: faccio sempre la figura del cretino, pensava.

Solo incipit e nulla più…
Cmq e Sempre Byo

Cos’è il Natale? Sul serio, non lo so…

Da piccolo ero un bambino.
So che scoprire cose simili in questo modo così brutale può sconvolgere, ma il fatto resta. Ero giovane, la faccetta tonda, e soprattutto niente barba! Qualche sigaretta di tanto in tanto, ma non avevo ancora comprato il mio primo leggendario pacchetto.
Da piccolo, dicevo, non sapevo cos’era il Natale. Sapevo solo che la gente in quel periodo dava di matto.
Parenti che facevano scherzi alle ignare fidanzate di cugini, zii che impacchettavano parti del corpo varie per fare scherzi alla suocera di turno, il solito simpaticone che metteva un petardo nel tacchino e lo faceva esplodere sulle facce di tutti noi seduti intorno alla tavola! Come dicevo gente matta…
Una volta pensai anch’io di essere spiritoso e inviai una piccola scatola vuota a casa di mia nonna paterna. Tutta bella impacchettata, con tanto di grosso fiocco rosso. Mi era
costato parecchie paghette realizzare questa pensata, ma ero sicuro di aver finalmente capito lo spirito del Natale. Divertirsi tra parenti che poi non incontrerai mai più durante il resto dell’anno!
Dopo pochi giorni, il 23 Dicembre, il pacchetto arrivò a destinazione. Mia nonna lo aprì. Ci rimase talmente male che da allora la mia famiglia non festeggia più il Natale…
Quindi la verità è che non ho mai capito cosa sia questa cavolo di festa!
Da allora, ogni volta che arriva questo periodo, snobbo tutto e tutti, famigliari compresi. Mi nascondo in casa mia e comincio a festeggiare come voglio. Augurandomi Gùmaligambi Pasquò a ogni piè sospinto, apro scatole vuote ben impacchettate, faccio esplodere tacchini con tanto di sughetto, e arrivata la mezzanotte vado in strada, affitto un po’ di gente incontrata per caso, e faccio battute su nuove fidanzate o parenti immaginari vicini e lontani. Davvero un bel Natale il mio Gùmaligambi Pasquò!
Magari quest’anno prenoto dei barboni con anticipo, l’anno passato mi mancavano due zii ed un nonno…

Auguri di un felice Gùmaligambi Pasquò a tutti i bizzarri di buona volontà!
Cmq e Sempre Byo

Racconti per altri: Vacuum

Due filosofi di grande prestigio si sfidarono ad una gara di saggezza. Raccontarsi storie con argomento il nulla:

Esistenza è rumore
Il vecchio albero si faceva forza per non cadere al suolo. “Se solo qualcuno passasse qui vicino” si diceva.
Un albero che cade senza nessuno che lo possa sentire non fa rumore. Il suo cadere è come se non fosse mai esistito.
Scomparire nel nulla è la peggior paura degli alberi…

Essere il Nulla
C’erano una volta due tizi assai strani. Uno diceva di non esistere, l’altro che il primo era un idiota!
Io sono il Nulla!” disse il primo.
Ma tu esisti, quindi non puoi essere qualcosa che non è” rispose l’altro.
Io sono il Nulla!” ripeté il primo.
Senti, ti vedo quindi esisti, quindi non puoi essere il nulla!” ribadì l’altro.
Io sono il Nulla!” continuò testardo il primo.
Ma che sei scemo?! Ti concedo di non essere nessuno, ma comunque sei qualcuno, quindi vedi di andare a rompere le scatole da un’altra parte!!” concluse l’altro.
Il Nulla se andò via e nessuno lo vide più…

Ridursi
Il signor Deschamps aveva una bella famiglia in una bella casa. Un bel garage, una bella macchina, persino un bel gatto. Poi sentì queste cose come un troppo.
Vendette la macchina, regalò il gatto, affittò il garage. Per un po’ si sentì meglio.
Quando la sensazione del troppo ricominciò a pesargli sul cuore decise di vendere la casa senza dire niente alla famiglia. La moglie lo lasciò e si portò via i figli con sé.
Finalmente si sentì leggero. Ma la cosa non durò.
Dopo qualche tempo cominciò a sentire anche se stesso come un troppo. Si liberò allora dei sentimenti, poi dei vestiti, dei soldi, del mangiare. Ma ancora qualcosa non andava.
Regalò i capelli e tutti i peli del corpo, poi gli organi e gli arti. Rimase anche senza pelle ma quella sensazione non cedeva, sempre gli pesava nel suo essere.
Alla fine capì, si svuotò dei pensieri e si sentì subito bene.
Ora, nel villaggio di Rue-sur-Mer vive un uomo felice. Non ha una faccia né un corpo ben fatto, né una bella casa, né tantomeno una famiglia affettuosa, ma è felice di non avere niente.
Dentro di sé ha il nulla e per questo sorride.

Cosmogonia
Quando il Demiurgo emerse dal Caos plasmando tutto ciò che esiste, l’intero Universo scoppiò in un grido di gioia. Tutti coloro che lo popolavano si misero a festeggiare. Tranne uno, il dio Salvatore Scapece.
Facendo breve questa storia arriviamo velocemente al tredici-miliardesimo anno della nascita dell’Universo. Tutti gli dei stavano assistendo alla fine della realtà così come esiste. Tutti erano tristi. Tranne uno, il dio Salvatore Scapece.
Proprio mentre tutto ciò che esiste tornava al nulla, lui si mise a festeggiare.

Diario
Da ragazzino scriveva sempre nel suo diario immaginario. Non era una cosa reale, ma per lui era come i diari di tutti gli altri bambini, fatto di fogli di carta e memorie scritte.
Una volta cresciuto, aprendo un cassetto della sua vecchia cameretta, ritrovò quell’oggetto fatto di nulla e si mise a leggere i suoi vecchi ricordi…

Nulla
Uno dei due saggi filosofi se ne stette in silenzio. Non un gesto o una parola.
L’altro capì tutto e sorrise.

I due filosofi si fecero i complimenti a vicenda mentre il pubblico applaudiva. Poi si spensero le telecamere, la trasmissione televisiva era finita, ma i due continuavano a farsi i complimenti.
“Certo che la gente si beve proprio di tutto, persino quando si parla del nulla” e cominciarono con piacere a contare i soldi degli sponsor.

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Cmq e Sempre Byo

Leggende familiari…

Nella famiglia Macchiavellazzi esistono leggende di famiglia che dire incredibili è poco. Gente imparentata con animali, esseri mitologici con il mio stesso cognome, pazzi furiosi che hanno vissuto una vita per finta solo per fare uno scherzo a qualcun altro! Naturalmente sono tutte leggende quindi i nomi che seguiranno non compaiono in quello che è da considerarsi il vero e unico Albero Genealogico della famiglia Macchiavellazzi, ma alle volte fa bene curiosare tra gli scheletri di famiglia, anche solo per capire fino a che punto si può essere portati alla pazzia…

Un giorno, mentre mio padre studiava Storia Medioevale all’università, leggendo un libro sulle guerre mussulmane trovò un nome che colpì la sua attenzione: “Pascallo ibn Erminio al Abid Machiavellazzi-Makhlouf“. Ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, ogni tanto mio padre chiama una qualche sperduta ambasciata mediorientale nel tentativo di sapere qualcosa su quel nostro possibile lontano parente.

Mio cognato Reginaldo è nobile. Fin qui niente di strano, persino io a ben guardare ho un imperatore nel mio albero genealogico, ma il problema è che lui ci tiene proprio a questa cosa e continua a cercare nuovi parenti, sia suoi che di sua moglie, vale a dire mia sorella Eleontorta, che abbiano un po’ di sangue blu nelle vene. L’ultimo che ha trovato apparterrebbe proprio alla nostra famiglia. Tale Filσmεnσρυlσs Mαςςhiανεllαζζi, tiranno di Tracia in anni non ben precisati durante il V secolo a.C.

L’altra sera mio fratello Rorenzo, che è un televisore-dipendente, stava guardando un documentario sull’Antica Grecia e le sue mitologie. Mentre parlavano di fauni e ninfe hanno mostrato un quadro medioevale di un famoso pittore che raffigurava per l’appunto una scena mitologica di concezione classica. Mio fratello ha detto che uno dei fauni aveva una faccia che assomigliava tantissimo a quella di nostro nonno Giantordo, di cui io porto il nome. Incuriositi da questa affermazione siamo andati in quel museo a chiedere informazioni e poi anche in biblioteca. Insomma, alla fine è venuto fuori che tra i modelli usati per quel dipinto potrebbe esserci stato un nostro parente. In una nota appare il nome Samirlo Miacchiavellazzi detto il “Mutandato”, vissuto nel 1300 circa.

Tempo fa ho fatto visita ad una sorella di mio nonno, suor Gerlanda, una vecchietta simpatica che ha passato buona parte della sua vita in convento. Tra un discorso e l’altro siamo finiti a parlare di parenti lontani, è venuto così fuori che il fratello del mio bis-nonno potrebbe essersi sposato per colpa di una frase di troppo. Scherzando con gli amici aveva detto di salutare una ragazza del paese, tale Garbatea, e dirle che l’amava, ma uno degli amici non aveva capito la battuta ed era veramente andato dalla ragazza per riferirle il commento. Il prozio era un tipo a cui piaceva scherzare parecchio e pare che questo fatto l’abbia così divertito che ha cominciato a sostenere la storia inventata del suo amore per Garbatea. Alla fine si sono sposati e hanno fatto anche un figlio insieme. Sul letto di morte dicono che rideva come un matto, e quando la moglie gli domandò il perché, lui rispose che tutta la vita trascorsa insieme era stata solo uno scherzo. Morì con il sorriso sulle labbra e le mani della moglie attorno al collo.

Nel 1621 venne giustiziata Pancrazia Macchiavellazzi, una mia lontanissima parente. Secondo una leggenda di famiglia il motivo della morte fu il suo legame sentimentale con un cavallo. Sempre secondo quella leggenda, lei stessa era figlia di un Macchiavellazzi ed una pecora.

Tra i miei lontani parenti è esistito un imperatore, Arimateo Macchiavellazzi. La mia famiglia possedeva delle carte originali dell’epoca, che abbiamo poi donato ad un museo di storia medioevale, su cui compare un riferimento a delle sue fantomatiche origini mitologiche. Come se già discendere da un dio non sia abbastanza. Sulle carte è riportato che Milzia, la dea etrusca che secondo il mito faceva venire mal di testa alle donne proprio prima dell’atto amoroso, fosse un giorno apparsa a Bivoncella. Mentre intorno a lei si riuniva una folla di gente sorpresa e festante, pronunciò una profezia: “Dal mio ventre avrà origine la gloria di Bivoncella!” e scelto un uomo a caso avrebbe dato i natali ad un bambino, lo stesso Arimateo, il quale era quindi destinato fin dalla più tenera età a divenire imperatore di Bivoncella. Morì molto giovane, ucciso dalla popolazione locale scocciata dalla sua spocchia.

E questo è quanto, almeno per quello che ne so al momento, sulle leggende dei miei parenti presunti o reali.

Inventarsi vite false sta diventando la mia vita vera…
Cmq e Sempre Byo

Le feste in famiglia possono uccidere…

Esattamente un anno fa ho letto un brano di un giornale, lo riporto solo adesso per motivi di pigrizia da record:
Scompiglio natalizio a Barigutta di Sopra.
Una modesta e allegra famiglia come tante, con sedici nonni, quattordici zii provenienti da ogni parte del Paese, un nipote acquisito ma non si sa da chi, una madre cuoca, un padre nevrotico ed una cinquantina abbondante di regali ben impacchettati, si stava accingendo a mangiare il tipico panettone natalizio quando un parente non meglio identificato saltò su dicendo: “Ma quando apriamo i regali?”. In un attimo avvenne il patatrac, vecchi che correvano in preda alla disperazione, bambini saltati fuori dal nulla che cercavano di rubare i regali lasciati incustoditi, un paio di genitori collassati al suolo. Fu allora che lo stesso parente di prima, nuovamente non identificato, saltò su dicendo: “E se partissimo tutti per un viaggio intorno al mondo? Il primo che arriva sarà il primo a poter aprire i regali!” Dopo un ok generale avvertito dai sismografi di tutta Barigutta di Sotto, nota soprattutto per il suo centro antisismico riconosciuto a livello internazionale, il parentado partì nella sua impresa.
Immaginatevi cosa accadde, avventure riguardo strani popoli dai colori più disparati, dalle lingue più incomprensibili e dal tipico vizio internazionale di incastrare la gente che fa da protagonista nei tipici racconti di Natale, in storie melense con finali buonisti e ricchi di sentimentalismi.
Finalmente ritornati a casa i vari parenti scoprirono amaramente di essere tornati indietro nel tempo di un giorno a causa di una qualche strana regola sul viaggiare intorno al mondo. La Polizia è intervenuta mentre i membri della famiglia si pestavano a sangue nel tentativo di trovare il causatore di tutto quel casino.

Se riporto questo articolo è perché sia d’esempio per tutti, mai aprire i regali a Natale!

Buon Gùmaligambi Pasquò a tutti i familiari di buona volontà!
Cmq e Sempre Byo

Famiglia, vite vissute per finta…

Molti mi inviano lettere immaginarie in cui mi scrivono che sono pazzo, che passo tutto il mio tempo facendo solo cose inutili come scrivere testi demenziali o fare fotomontaggi assurdi. Ma la verità è che sono una persona normalissima, come tutti ho una famiglia e faccio cose banali di tutti i giorni, anche se devo ammettere che ogni tanto mi capita di perdere qualche libro perché finisce al di là dello specchio e alcuni mobili va a sapere come me li ritrovo appesi a testa in giù al soffitto… ma a parte questi piccolissimi dettagli tutto il resto è banalissimamente normale!
Ecco, se proprio vogliamo trovare qualcosa di leggermente diverse dal consueto, ammetto che ho una famiglia molto numerosa, e proprio per questo, per evitare di dimenticarmi di qualcuno nel fare i regali di Natale, negli ultimi tempi mi sono impegnato nel creare un albero genealogico di tutti i parenti.
Quindi ecco a voi l’Albero Genealogico della famiglia Macchiavellazzi:

Famiglia Macchiavellazzi - Albero genealogico con stemmi

Ed ecco qualche foto che ho preso dagli album di famiglia:

Anziana e Foto

Bambini

Cavaliere

Coppia con Sfondo

Coppia

Famiglia a Madonna di Montebello

Famiglia con Libro

Famiglia in Posa

Fidanzati

Gruppo con Prete

Gruppo Famiglia

Gruppo Vendemmia

Il Generale Macchiavellazzi

Trio in Costume Tipico

Vi riporto anche qualche piccolo spaccato della mia vita familiare:

Pochi giorni fa ho fatto il prestigiatore alla festa di compleanno di uno dei miei nipotini. Con il nome di “Grande Mago Squizzato” stavo facendo divertire tutti i bambini della festa. Purtroppo non potevo fare il mio trucco migliore, l’estrazione di una modella da paginone centrale di Playboy dal mio cilindro, perché quei maledetti di Playboy mi hanno fatto causa. Quindi, come avrebbe fatto qualsiasi altro mago degno di questo nome, dovetti ridurmi ad estrarre il solito cappello a cilindro da un coniglio. Comunque la festa andò bene, mia sorella mi ringraziò, i bambini si divertirono, la madre di uno di loro mi saltò al collo giurandomi amore eterno, e alla fine della giornata ci fu anche un bell’incontro di lotta tra donne nel fango, esattamente tra la suddetta madre e mia moglie per decidere a chi dovesse andare la proprietà del mio cuore. Incontro terminato per ko tecnico al terzo round con la vittoria della mia gentile consorte.
Morale della favola abbiamo passato tutti una bella giornata tra amici e parenti.

Il mese scorso ho fatto una gita allo zoo con un mio lontano cugino. A parte che non ci sono più i leoni di una volta, devo ammettere che non ci sono manco più i cugini di una volta. Che sarà mai stato, l’ho buttato prima in una gabbia di leoni che manco l’hanno annusato, poi direttamente nella bocca spalancata di un ippopotamo che l’ha sputato ‘quasi’ subito, alla fine anche pagando uno dei custodi per creare qualche sano incidente ‘casuale’ non è successo niente. Manco quello è riuscito a farlo fuori!
Insomma sono andato allo zoo contento e ne sono tornato triste, con la speranza svanita di ricevere l’eredità cospicua di mia zia…

Mio figlio oggi ha detto la sua prima parola, è stata ‘Barbagallo‘. Mi sono informato e ho scoperto che la colpa è dell’amico Fedi. Se lo scopro ancora ad insegnargli certe parole gli stronco la carriera di falso mendicante spaccandogli le gambette per davvero!

Oggi ho beccato mio nonno a parlar male di me. Ormai è talmente rimbambito che è venuto da me a parlar male di me!
Promemoria per il futuro, devo inventare una macchina del tempo per comprargli un paio di occhiali come quelli degli anni settanta. Sono gli unici che vuole mettere, altrimenti altre figure di merda.

Mia suocera oggi ha cucinato. Non so cosa le sia venuto in mente. Abbiamo passato la domenica, unico giorno in cui non scrivo sul blog, all’ospedale. Per vendetta mi sono fatto dare la connessione Wi-Fi e ho scritto comunque qualcosa sul blog. Così impara la vecchia!

Oggi mio cognato ha fatto fare il primo bagno in una piscina piena di Champagne al mio nipotino preferito. E’ che loro sono la parte ricca della famiglia. Francamente io non li capisco, dovrebbero comportarsi come dei genitori normali per il bene dei bambini. Io, quando ero piccolo, non mi sarei mai sognato di fare una cosa simile, come tutti mi facevo il bagno in una normalissima piscina piena di Chinotto appena appena tiepido!

E’ morto un mio prozio. Beh, tecnicamente è morto parecchi anni fa, ma ogni tanto mi piace ricordarlo. Credo che molti ricordino i loro cari per l’affetto che portavano, altri per rimpianti del passato, cose che si volevano fare o dire a qualcuno che ormai non c’è più. Personalmente quel mio caro vecchio prozio amo ricordarlo proprio perché non c’è più. Era un rompiballe della madonna, sempre a darmi pizzicotti sulle guance, scappellotti sul coppino e a fare battutine sceme su quando mi sarei deciso a farmi la ragazza. Pirla!

Io ho un cane. Già solo questo è motivo di vanto, ma in più ho anche un gatto. E continuando ad elencare bestie che ho in casa posso contare anche 12 pesciolini in un acquario, due cocorite, un criceto russo e credo un numero imprecisato di pulci che mi corrono per tutta casa. Amo gli animali, ma almeno quelli di casa mia li darei volentieri alle fiamme!

Estate!
Quest’anno siamo andati da mia cognata, anche lei ha avuto due gemelli da poco, quindi quattro rompiballe urlanti da tenere sotto controllo… Se non mi suicido questa volta ho buone speranze di vedere il mio sogno realizzato: tra una ventina d’anni figli fuori di casa e nudismo integrale di coppia ininterrotto!

Ci sarebbero ancora tante altre storie interessanti su nonni, zii, cugini e quant’altro, ma il fatto resta, ho una famiglia di rompiballe ma del tutto normale, quindi dopo un po’ i racconti finirebbero con l’essere troppo simili a quelli di chiunque altro. L’unica cosa che ci tengo ancora a dire è che il mio fratellino minore è davvero un fenomeno. Adesso è ancora piccolo, ma sono sicuro che Bob da grande mi darà delle soddisfazioni incredibili!

Detto questo saluti a voi e famiglia,
e se non l’avete createvela!
Cmq e Sempre Byo

Me ne stavo…

Me ne stavo tranquillamente impazzendo quando un signore mi ha chiesto che ore fossero. Certo, si vedeva che aveva una certa urgenza, ma era doveroso da parte mia spiegargli che il tempo è una cosa relativa. Per questo portiamo gli orologi, per essere relativamente sicuri che le ore non se ne scappino via. Non so perché ma il mio interlocutore si è incavolato alquanto e ha cominciato a picchiarmi. Per fortuna è intervenuta la polizia a fermarmi perché sennò per quell’uomo poteva finire male. Potevo anche farmi ammazzare da tante gliene stavo dando!
Quando mi hanno liberato dalla prigione mi sono venuti a prendere i miei genitori e un gruppo di amici con festoni di avvenuta liberazione. In realtà però non erano i miei veri familiari e amici, erano degli alieni provenuti da un famoso pianeta, che quindi non starò qui a citare, giunti sulla Terra per impossessarsi del cervello più esteticamente gradevole allo sguardo che si potesse trovare. Per qualche minuto ho pensato si trattasse del mio, invece era quello di un altro tizio che venne fuori essere una delle mie personalità sfuggite al controllo. Luca Semprotti, quel figlio di una buona donna, che poi sarebbe anche mia madre e quindi devo dire che è davvero una brava donna, anche se alle volte mi fa incavolare così tanto che vorrei avere delle altre personalità per poter sfuggire da questa fastidiosa realtà! Comunque dicevo, Luca Semprotti era sfuggito alla mia volontà e si era fatto una vita propria. Era diventato un docente universitario di ‘Parossismo dell’inusuale e varianti sul tema del sesso tra animali vestiti da clown‘, un luminare dei nostri tempi. Al che, saputo ciò che c’era da sapere ma con in bocca il gusto del segreto irrisolto di dove cacchio sto andando a parare, cominciai a inseguirlo attraverso il mio cervello, che poi sarebbe stato anche quello che gli alieni inseguivano, rendendoci così i protagonisti di una bizzarra e inquietante danza di gente strana sulle pareti interne di un diamine di cervello di affermato bell’aspetto. La storia finì com’era cominciata. Ho ucciso Luca Semprotti in un bagno si sangue e ricordi mai esistiti. Ripensandoci non è la scena con cui è cominciata la storia… Adesso sto bene, ho fatto amicizia con gli alieni, ho anche avuto una storia con quella che spero essere un’esponente femminile della loro specie. Nel caso vi saprò dire su eventuali inseminazioni aliene nel mio corpo o su miei presunti figli di un altro mondo venuti per conquistarci con il sorriso sulle labbra, un’arma nucleare in mano e un chilo di parole da riversare a cacchio nelle nostre orecchie.
Quindi attenti a voi abitanti della Terra, i miei figli un giorno distruggeranno il vostro, ma anche nostro, pianeta con parole sparate a cavolo!

Giantordo Pazzo

E’ nata come testo ma poi è diventata la mia vita vera…
Cmq e Sempre Byo

Vecchiette, e un anziano balordo…

Dai miei scritti emerge una cosa sopra tutte le altre, ho un problema con le vecchiette. Vorrei dire, e con orgoglio personale, che la colpa è solo mia, che sono un perverso gerontofilo, ma purtroppo non è così. Il mio amore che sembra tanto sincero è in realtà la conseguenza di una maledizione.
Parecchi anni fa avevo in gestione un piccolo alberghetto in uno sperduto paesino marittimo in quel della Liguria. Una sera di pioggia fitta arrivò all’improvviso un gruppo di turiste milanesi in età parecchio avanzata. Non avevo stanze libere, visto che ci trovavamo in Agosto, ma non potevo abbandonarle agli eventi, così attrezzai la sala per la colazione con brandine e lenzuola e le feci dormire là. La mattina dopo scoprii con amara tristezza l’atroce verità. Avevo dimenticato di aprire le finestre, e nottetempo le vecchiette avevano terminato l’aria. Erano tutte morte.
Da allora mi capita spesso che intorno a me appaiono strane figure confuse nelle ombre, mi paralizzo dal terrore e mi sento palpare il sedere da lunghe mani scheletriche ed ingioiellate. Adesso sapete la verità. Odio le vecchiette perché pure da morte non riescono a stare lontane dal mio bel sedere!

A parte la storia di Halloween completamente fuori tempo, devo farvi leggere il frutto dei miei pensieri da viaggio.
L’altro ieri, mentre andavo a zonzo per la città usando l’autobus, mi sono messo a buttar giù appunti su persone che mai esisteranno se non nella mia fantasia malata. Avete capito bene, sto parlando di una storia ai limite del probabile, verso i confini dell’impossibile scarso, proprio a fianco di quel bar dove vado sempre a fare la colazione:
Andava un vecchio parlando telepaticamente con le persone. Lo faceva perché voleva aiutarle fin nei loro problemi più intimi e profondi. Ma tutti coloro che sentivano la sua voce nella testa finivano con il pensare di stare male o di essere in contatto con un qualche dio intervenuto per avvertirli di un’imminente apocalisse. Sta di fatto che tutti, per un motivo o per l’altro, si suicidavano a causa sua. Fu così che per fare del bene il vecchietto telepatico finì con l’estinguere la razza umana.

Stretta la foglia, larga la via,
se hai voglia di aiutare gli altri, stammi lontano o chiamo la polizia!

Basta, credo di aver incasinato troppo le vostre povere menti. Se farete uso di alcol o droghe per bruciarvi il cervello e dimenticare tutto ciò che avete appena letto, capirò. Spero che anche la polizia faccia lo stesso. Nel caso mandatela da me e capiranno sicuramente!

Stretta la foglia, larga la via,
saluti e baci da mia zia (è lei che insisteva…)
Cmq e Sempre Byo

Mettendo insieme quattro idee…

L’altro giorno sono rimasto sconvolto, la mia metereologa di fiducia era triste, vestita male e senza trucco. Secondo me è stata mollata dal tipo.
Voi penserete che non ve ne può fregare di meno, e sinceramente neanche a me, ma magari quella è una mia piccola fan e leggendo questo piccolo pezzo si deciderà finalmente a darmela.
Ad ogni modo nei giorni successivi la storia si è complicata dato che è riapparsa la sua acerrima rivale, secondo me pure colpevole della separazione della prima. Vi chiederete come l’ho capito, ma la risposta è semplice, era vestita tutta casta e pura quando di solito è una strappona che levati. Era sicuramente sotto accusa e così si è travestita da santa.
A parte questo Beautiful dei poveri devo dirvi che ieri sera ho purtroppo assistito ad una scena terrificante, mia sorella Franpesca, una sedicenne con poco cervello funzionante e parecchio appassionata di film, ha tentato di sopprimermi tutti i pesci dell’acquario. Il problema è stato che ha visto Kill Bill 2 e non capendolo assolutamente ha frainteso il discorso sul pesce rosso, così ha pensato che i miei adorati pesciolini stessero affogando!
Strage in famiglia: pesci morti sul pavimento ed una ragazza affogata nell’acquario“, questo l’articolo di stamattina sui giornali di Milano.
Comunque a parte tutto questo mi chiedo: “Ma si può affogare un pesce nell’acqua?” Se lo sapete vi prego fatemi avere una risposta, non ci dormo la notte!

Con questo è tutto gente,
sognatemi mentre affogo mia sorella!
Cmq e Sempre Byo