Racconti per altri: Fade

“[…] I fantasmi sono in grado di assistere agli eventi della vita umana senza che nessuno possa vederli. Sono anche in grado di percepire i pensieri e le emozioni delle persone. […]” questo riportava l’Enciclopedia dei Poltergeist, una guida al mondo dell’occulto scritta da Carol Wilfred.
Il giovane Harry “Shazam” di Biase, giovane mago apprendista, decise di evocare uno spirito proprio dopo aver letto questa frase. Fu un successo!
Visto che la vita di un fantasma è in generale alquanto noiosa, lo spirito accettò di insegnare ciò che sapeva al ragazzo. Tanto per passare un po’ di eternità in compagnia.
Raccontandogli i fatti del mondo a cui aveva assistito, mostrandogli i suoi poteri sovrannaturali, lo avrebbe reso un grande mago.
“Oggi parleremo di come si scompare”, disse il fantasma:

L’Illuminazione
Il Maestro insegnava sempre là dove cresceva l’albero Wang. Sotto l’ombra di quelle antiche fronde si sentiva illuminato di un sapere superiore.
Tutti i suoi discepoli ascoltavano le sue storie, e ogni volta sentivano di aver imparato qualcosa di nuovo. Di avere arricchito loro stessi.
Un giorno il Maestro raggiunse l’Illuminazione e lentamente cominciò a svanire. In quel momento vedeva le cose del mondo realmente. Diede gli ultimi insegnamenti ai suoi discepoli, e fatto ciò svanì con un sorriso.
Negli anni successivi intorno all’antico albero Wang sorse un grande centro turistico. Una volta ogni ora un attore si poneva sotto le fronde del famoso albero, raccontava le storie del Maestro e poi svaniva con l’aiuto di una botola.
I discepoli avevano saputo sfruttare bene gli insegnamenti del loro maestro…

La verità
Agáthe Morél si svegliava la mattina presto. Usciva di casa diretta al mercato. Un veloce giro tra i piccoli negozi del paesino costiero in cui viveva, e poi via, diretta alle case delle amiche. Ovunque andasse tutti sapevano ogni cosa accaduta nel paese.
Certo che a furia di andare di casa in casa, di negozio in negozio, le storie un poco cambiavano. Ad esempio la figlia della pescivendola una volta passò da fidanzata a vedova nel giro di una mattinata. O il fioraio, che un giorno divenne vincitore di cifre sempre più astronomiche via via che la notizia veniva raccontata.
Tutti sapevano che quando Agáthe riportava ciò che aveva sentito, di persona in persona la verità scompariva…

Il bosco
Quando nessuno li guarda, gli alberi non fanno rumore. Ma non solo quello. Se non vengono visti da nessuno gli alberi, addirittura i boschi interi, lentamente perdono i propri colori, i dettagli, le forme. Letteralmente svaniscono quando non sono visti.
E’ che a loro piace essere liberi di andare dove vogliono.
Molti hanno provato a vederli sparire, ma è una cosa impossibile, quasi fosse magia. Però se si volge lo sguardo ad un bosco con la coda dell’occhio, può capitare di vederlo apparire come dal nulla…

La folla
Come lui tanti altri andavano presto al lavoro. Una folla di persone che sembrava infinita, tutta stipata sulle banchine dei mezzi pubblici.
Fu una di quelle mattine che tra la massa informe di persone sconosciute vide il viso di lei. I loro occhi si incrociarono e tutto intorno le persone svanirono…

Il messaggio
Il viaggiatore del tempo arrivò un giorno all’improvviso. Proferì un lungo e solenne discorso. Poi svanì così come era apparso. Nessuno capì mai cosa avesse detto…

Il fantasma mostrò al giovane apprendista come svanire. Si perse tra le ombre e non riapparve mai più.
Il ragazzo non riuscì a capire come avesse fatto. Così svanì anche la sua carriera di mago…

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Racconti per altri: Chaos

Mara Sanders aveva una sola idea in mente, definire il Caos. Purtroppo per lei non aveva idea che esistessero i dizionari, altrimenti si sarebbe risparmiata parecchi grattacapi.
Il suo primo tentativo fu di definire il concetto di Caos con parole come: ‘Sistema dinamico’, ‘Sensibilità delle coincidenze’, ‘Variazioni finite’, ma così non andava. Come definizioni erano troppo insignificanti.
Allora provò con qualcosa di più complesso: “Se un neologismo sbatte il muso contro uno scrittore a Pechino, un evento caotico giunge alle orecchie di un tizio qualsiasi a Budapest”, ma niente, ancora troppo banale.
Arrivò anche a dire che in realtà il Caos è un dio, ma la trovò subito una sciocchezza.
Passò così agli esempi pratici: “Se nelle case l’ordine è fallimentare ecco l’auto-definizione di Caos”, “Se si è caotici si partoriscono opere d’arte”, “Guardate la Natura, lei sì che è caotica”, “Il Caos è una sensazione dell’uomo”, no, no e ancora no!
Tutto quello che pensava era troppo breve, insulso, normale.
Decise che il modo migliore per dare passione al suo lavoro era quello di raccontare storie con tema il Caos:

Il Tempio delle scimmie
Tanto tempo fa esisteva un piccolo villaggio dove si trovava un tempio molto povero.
Ogni giorno un branco di scimmie andava al tempio e portava confusione nelle sue stanze e tra i fedeli. Il monaco che lo gestiva non poteva fare altro se non sistemare i danni provocati dal gruppo di scimmie dispettose.
Fu proprio una di quelle volte che trovò una mattonella staccatasi da un muro, ma provando a rimetterla a posto si rese conto che l’intera parete era falsa. Una volta guardato cosa ci fosse dietro ad essa scoprì con sorpresa una statua di Buddha fatta interamente d’oro.
Da tutte le parti del mondo conosciuto vennero fedeli per vedere la statua d’oro massiccio. Il piccolo paese si ingrandì e divenne ricco e famoso. Da allora in quel tempio le scimmie sono bene accette e libere di portare tutto il caos che vogliono.

Caos casalingo
Era un periodo che la signora Crumplebottom si svegliava e trovava tutta la casa a soqquadro.
All’inizio pensò che doveva essere sonnambula o impazzita, ma secondo i dottori la sua era una salute di ferro.
Poi, com’è ovvio, si diede ad ascoltare i consigli delle amiche che le parlavano di questi ladri moderni che secondo la televisione entravano nelle abitazioni degli anziani a rubare di notte, ma tutte le serrature di casa erano intatte.
Alla fine fece l’unica cosa sensata da fare, chiamò una medium e scoprì di avere in casa un fantasma.
Non un fantasma qualsiasi, bensì il suo defunto vicino di casa, il povero signor Pasqualotti, un disordinato compulsivo, uno che viveva nel caos più totale e se una cameriera si azzardava a riordinargli casa lui la licenziava! Ma perché poi assumesse cameriere nessuno lo capì mai.
Comunque la storia finì bene, la signora Crumplebottom accettò il nuovo coinquilino e anzi, ogni sera gli lasciava apposta la casa bene ordinata così che lui potesse divertirsi a metterla sottosopra.
A chi le chiedeva perché mai lo facesse lei rispondeva con un sorriso sulle labbra: “Un po’ di compagnia fa sempre piacere!

Caos culturale
Tutti i popoli del mondo prima o poi si sono dati una cultura propria ben organizzata, fatta di leggi certe e valori condivisi. Tutti tranne i Moanachi del Sud Oack, loro erano anarchici nel midollo.
I Moanachi pensavano che nel caos generale tutti potevano fare quello che volevano, e fosse meglio così.
Grazie a questo semplice concetto, mentre altri popoli crearono cose come la Guerra Fredda o la Guerra Lampo, loro crearono la Guerra Caos. Quando attaccavano qualcuno, ogni soldato del loro esercito faceva quello che gli pareva.
Non hanno mai vinto una battaglia, ma come dicevano spesso i loro capi: “Abbiamo perso, ma che spettacolo incredibile!

Il piccolo Jonathan e il gigante
Quello era davvero un giorno tranquillo. Ognuno era indaffarato nelle proprie faccende, e nei loro cuori solo felicità.
Ma ecco che arrivò un gigante e tutti scapparono per la paura.
Ogni cosa distrutta intorno a loro, ognuno preso dal panico.
Solo il piccolo Jonathan ebbe il coraggio di parlare al gigante: “Perché vieni a terrorizzarci? Cosa vuoi da noi?“, ma non ottenne risposta.
Allora letteralmente scalò il gigante fino ad arrivare il più vicino possibile al suo orecchio: “Perché ci porti paura e caos? Cosa ti abbiamo fatto?” urlò.
Con le dita l’uomo scacciò via la piccola formica che gli era salita sulla spalla…

Finalmente Mara Sanders si sentì soddisfatta, aveva definito il Caos come mai nessun altro aveva fatto. Dopotutto è il cervello umano il miglior esempio di Caos puro e il suo prodotto era l’unica vera definizione possibile.
Vinse un Nobel per la Letteratura e poi il dio del Caos la prese con sé, le dichiarò tutto il suo amore e la portò sul Monte Olimpo per sposarla.
“Ma questa storia non ha senso. E’ un vero caos!” disse uno dal pubblico.
“Spero che questa storia non finisca in maniera così stupida…” disse la dea della Speranza.
“Fine” disse lo scrittore.

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