Racconti di una vita vissuta per finta

Mentre buttavo via delle vecchie carte ho ritrovato un pezzo mai pubblicato. Dato che tecnicamente era estivo e ancor più tecnicamente siamo ancora in estate, lo pubblico adesso:

Ah, l’amore in coda…
Qualche giorno fa ero in posta per pagare le bollette, e voi saprete bene che luoghi simili non possono essere definiti “uffici” ma gironi danteschi! Com’era inevitabile mi sono ritrovato in una coda chilometrica…
Fin qui nulla di eccezionale, al massimo potrei stare a dirvi quante ore ho buttato nel cesso facendo una cosa che odio e trovo del tutto inutile, ma questa volta invece vi racconterò delle bellezze di una coda.
Me ne stavo a santiare in un’ansa della fila quando nel tentativo di capire quanto tempo avevo ancora da soffrire mi sono ritrovato affiancato ad un’altra coda, nel preciso mi trovavo di fianco ad una ragazza molto carina. Come sempre succede in situazioni simili si finisce per fare fronte comune alle avversità e così abbiamo cominciato a parlare.
La coda non finiva mai ma per la prima volta ne ero contento, mi dava la possibilità di conoscere una ragazza bella e simpatica. Ad ogni modo quella nostra strana relazione andò avanti per un po’, ogni tanto la mia fila andava un poco avanti, ogni tanto toccava alla sua, ma nel complesso riuscivamo a mantenere un discorso stabile.
Dopo la prima ora le avevo già chiesto di vederci una volta usciti da quell’inferno, dopo due ore c’era già stato del sano petting tra noi, alla quarta ora, grazie all’aiuto dei nostri vicini di fila, avevamo anche fatto qualcosa di più. Era ormai chiaro che c’era qualcosa di importante tra noi e così, forse stordito dalla velocità di un paio di anziani nel ritirare la pensione allo sportello, le feci la domanda fatidica. Fu così che ci sposammo quando mancava poco al nostro turno, tutto grazie ad un giudice di pace in fila lì vicino a noi.
Purtroppo questa storia ha un risvolto dal sapore amaro, quando toccò a noi e finalmente uscimmo, forse per il fatto che ci vedevamo per la prima volta sotto la luce naturale e non con quell’illuminazione eterea da neon, non ci riconoscemmo quasi in quelle due persone che nella coda si erano tanto amate. Ci lasciammo quella stessa sera dopo aver capito di non avere poi molto in comune. Ormai credo che una parte di me soffrirà sempre un poco quando me ne starò fermo in una coda, mentre il resto di me come al solito si scasserà i coglioni per dover fare una cosa tanto fastidiosa!
Quindi prendete questo racconto dolce-amaro come un insegnamento per la vita, se volete fare una coda portatevi sempre dietro un pacchetto di preservativi, un anello matrimoniale ed una fazzoletto per quando tutto sarà finito. Le code sanno far male.

Annaspando nella Nutella
Qualche giorno fa ero in un supermarket e come tutti noi sappiamo nel momento in cui si entra nella corsia dei dolci l’occhio casca sempre sulle confezioni mastodontiche della Nutella. Ormai credo che stiano raggiungendo il quintale o poco meno. Ad ogni modo quella volta non ce l’ho fatta più e così ho esaudito il sogno di una vita, ho comprato il vasone formato maxi!
Arrivato a casa non potevo più frenare la mia voglia di aprilo e tufarci dentro l’intera mano per poi godermi il dolce frutto dei sacrifici del mio portafoglio. La cosa però divenne quasi una mania, in poche ore l’avevo già finito e ne volevo ancora, ancora, ANCORA!! Alla fine tornai in quel supermarket quando stavano per chiudere, li pregai di farmi entrare. Purtroppo accettarono. Comprai così tanti vasi che il mio povero portafoglio restò desolatamente vuoto.
Quando arrivai a casa sembravo posseduto. E così feci il più grande errore, e allo stesso tempo la più grande estasi, della mia vita. Svuotai i vasoni di Nutella nella vasca e mi immersi completamente nudo nel dolce prodotto del mio vizio. Mi ripescarono due giorni dopo.
Il fatto è che dentro quel dolce bagno vizioso stavo per lasciarci le penne e così passati due giorni senza vedermi i miei vicini preoccupati vennero a vedere come stavo. I pompieri ci misero due ore buone di duro lavoro per riuscire a togliermi da quella colla deliziosa. Temo che non riuscirò più a mangiare la Nutella senza rivivere quel brutto ricordo, però allo stesso tempo potendo tornare indietro credo poprio che rifarei tutto. Insomma c’è da chiedersi se morire di vizio sia poi un così brutto modo di morire…

Tanto va la gatta al lardo che mi lascia sul lastrico
Io amo gli animali. E’ più forte di me, se ne vedo uno per strada finisce che lo prendo e me lo porto a casa. Il problema è che forse gli animali non amano me.
Qualche giorno fa ho visto sotto casa mia un gatto tutto spelacchiato e come sempre ho finito per prenderlo e portarlo nel mio appartamento. Il piccoletto ha dimostarto subito un bell’appetito facendosi fuori buona parte del mio frigorifero. Alla fine ho pensato di seguire i vecchi consigli dei poverbi e così, tanto per fare una cosa gradita a quel povero animaletto, sono uscito a compragli del lardo.
A parte che quando sono tornato la casa era semidistrutta, causa unghiate ovunque e spisciazzate sulla parte rimasta integra, la piccola creaturina bastarda si era finita la restante parte del mio frigorifero riuscendo non so ancora come ad aprire lo sportello.
Per farvela breve quella sera ho mangiato uno stupendo coniglio con tanto di intingolo. E pensare che in casa avevo solo un gatto ed un bel pezzo di lardo.
La morale è: non sempre dalle disgrazie escono solo cose brutte. E se posso aggiungere, il gatto è davvero buono se lo sai cucinare bene.

Per concludere vi dirò che le vite vissute per finta possono essere belle o possono essere brutte, tutto dipende se a livello del subconscio ci si vuole bene o male. Anche se personalmente credo che il problema vero e proprio sia che cose del genere a me capitano sul serio e così mi chiedo che cacchio stò a scrivere ‘Racconti di una vita vissuta per finta‘ e non mi limito semplicemente a mettere come titolo ‘Giorni qualunque di una persona qualunque‘ o ancora meglio ‘Non sapevo cosa cacchio fare e così vi rompo un po’ le balle facendovi leggere i cazzi miei‘!

Direi che a questo punto non mi resta che salutarvi,
magari con un estivo e quanto mai lascivamente sudatizzo:
Cmq e Sempre Byo

Leggende familiari…

Nella famiglia Macchiavellazzi esistono leggende di famiglia che dire incredibili è poco. Gente imparentata con animali, esseri mitologici con il mio stesso cognome, pazzi furiosi che hanno vissuto una vita per finta solo per fare uno scherzo a qualcun altro! Naturalmente sono tutte leggende quindi i nomi che seguiranno non compaiono in quello che è da considerarsi il vero e unico Albero Genealogico della famiglia Macchiavellazzi, ma alle volte fa bene curiosare tra gli scheletri di famiglia, anche solo per capire fino a che punto si può essere portati alla pazzia…

Un giorno, mentre mio padre studiava Storia Medioevale all’università, leggendo un libro sulle guerre mussulmane trovò un nome che colpì la sua attenzione: “Pascallo ibn Erminio al Abid Machiavellazzi-Makhlouf“. Ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, ogni tanto mio padre chiama una qualche sperduta ambasciata mediorientale nel tentativo di sapere qualcosa su quel nostro possibile lontano parente.

Mio cognato Reginaldo è nobile. Fin qui niente di strano, persino io a ben guardare ho un imperatore nel mio albero genealogico, ma il problema è che lui ci tiene proprio a questa cosa e continua a cercare nuovi parenti, sia suoi che di sua moglie, vale a dire mia sorella Eleontorta, che abbiano un po’ di sangue blu nelle vene. L’ultimo che ha trovato apparterrebbe proprio alla nostra famiglia. Tale Filσmεnσρυlσs Mαςςhiανεllαζζi, tiranno di Tracia in anni non ben precisati durante il V secolo a.C.

L’altra sera mio fratello Rorenzo, che è un televisore-dipendente, stava guardando un documentario sull’Antica Grecia e le sue mitologie. Mentre parlavano di fauni e ninfe hanno mostrato un quadro medioevale di un famoso pittore che raffigurava per l’appunto una scena mitologica di concezione classica. Mio fratello ha detto che uno dei fauni aveva una faccia che assomigliava tantissimo a quella di nostro nonno Giantordo, di cui io porto il nome. Incuriositi da questa affermazione siamo andati in quel museo a chiedere informazioni e poi anche in biblioteca. Insomma, alla fine è venuto fuori che tra i modelli usati per quel dipinto potrebbe esserci stato un nostro parente. In una nota appare il nome Samirlo Miacchiavellazzi detto il “Mutandato”, vissuto nel 1300 circa.

Tempo fa ho fatto visita ad una sorella di mio nonno, suor Gerlanda, una vecchietta simpatica che ha passato buona parte della sua vita in convento. Tra un discorso e l’altro siamo finiti a parlare di parenti lontani, è venuto così fuori che il fratello del mio bis-nonno potrebbe essersi sposato per colpa di una frase di troppo. Scherzando con gli amici aveva detto di salutare una ragazza del paese, tale Garbatea, e dirle che l’amava, ma uno degli amici non aveva capito la battuta ed era veramente andato dalla ragazza per riferirle il commento. Il prozio era un tipo a cui piaceva scherzare parecchio e pare che questo fatto l’abbia così divertito che ha cominciato a sostenere la storia inventata del suo amore per Garbatea. Alla fine si sono sposati e hanno fatto anche un figlio insieme. Sul letto di morte dicono che rideva come un matto, e quando la moglie gli domandò il perché, lui rispose che tutta la vita trascorsa insieme era stata solo uno scherzo. Morì con il sorriso sulle labbra e le mani della moglie attorno al collo.

Nel 1621 venne giustiziata Pancrazia Macchiavellazzi, una mia lontanissima parente. Secondo una leggenda di famiglia il motivo della morte fu il suo legame sentimentale con un cavallo. Sempre secondo quella leggenda, lei stessa era figlia di un Macchiavellazzi ed una pecora.

Tra i miei lontani parenti è esistito un imperatore, Arimateo Macchiavellazzi. La mia famiglia possedeva delle carte originali dell’epoca, che abbiamo poi donato ad un museo di storia medioevale, su cui compare un riferimento a delle sue fantomatiche origini mitologiche. Come se già discendere da un dio non sia abbastanza. Sulle carte è riportato che Milzia, la dea etrusca che secondo il mito faceva venire mal di testa alle donne proprio prima dell’atto amoroso, fosse un giorno apparsa a Bivoncella. Mentre intorno a lei si riuniva una folla di gente sorpresa e festante, pronunciò una profezia: “Dal mio ventre avrà origine la gloria di Bivoncella!” e scelto un uomo a caso avrebbe dato i natali ad un bambino, lo stesso Arimateo, il quale era quindi destinato fin dalla più tenera età a divenire imperatore di Bivoncella. Morì molto giovane, ucciso dalla popolazione locale scocciata dalla sua spocchia.

E questo è quanto, almeno per quello che ne so al momento, sulle leggende dei miei parenti presunti o reali.

Inventarsi vite false sta diventando la mia vita vera…
Cmq e Sempre Byo

Ritorno dal lungo viaggio…

Molte delle persone che conosco ultimamente si sono date a viaggi strani e senza una meta precisa, così mi sono deciso e c’ho provato pure io. Sono partito senza sapere dove sarei finito e il risultato è stato un susseguirsi di incontri con gente che alla fin fine mirava solo a profanare le mie grazie o a intascarsi i miei tappi di birra preziosamente collezionati ogni volta che entro in un pub ad ubriacarmi. Mi piacerebbe dire che sono tanti, e che la loro mancanza mi avrebbe creato problemi, ma sinceramente quando sono ubriaco non è che posso stare lì a fare attenzione a degli inutili tappi!
Ad ogni modo si diceva che ultimamente ho viaggiato parecchio, e difatti sono finito in diverse città. E mica troppo vicine, per giunta! Tanto per farla breve vi pubblico le foto che ho fatto durante il viaggio:

Giantordo a Sidney

Giantordo a Kingston

Giantordo a Reykjavík

Giantordo a Rio de Janeiro

Naturalmente dovevo lavorare per continuare a viaggiare, e viaggia che ti viaggia si finisce anche con il conoscere amici strani, oltre che “fare” cose strane:

Giantordo pastore in Australia

Giantordo, roba allucinante in Australia

Giantordo in un deserto

Giantordo by night

Insomma alla fine sono tornato a casa l’altro giorno, giusto per il mio onomastico. Che oltretutto quest’anno cade pure nel giorno suo ma morire che qualcuno mi abbia fatto gli auguri!
Vabbè, ad ogni modo i risultati di questo viaggio sono stati:
– Una vistosa bruciatura da freddo sulle chiappe, ricordo di quando ho lavorato in un campo nudisti in Lapponia come “Fornitore di chiappe per la pista di biglie“, che oltretutto sembra sia diventata una roba di gran moda da quelle parti.
– Un tatuaggio tribale di gruppo sulla schiena, ovvero un’accozzaglia di pastrocchi creati dai membri di una tribù maori che una notte, mentre ero ubriaco, volevano imparare a fare tatuaggi usando la mia pelle. Una bella esperienza etnica…
– Il piercing ai testicoli che mi sono fatto per conquistare una ragazza ad Amsterdam, che poi ho scoperto essere una prostituta e quindi mi bastava tirare fuori il portafoglio… Comunque un bel ricordo.
– La ricevuta dell’ospedale dove sono finito per aver saltato da un palazzo in fiamme, e le fiamme le avevo scatenate io per il mio solito problema di fumare da sonnambulo!
– La foto, che mai mostrerò, di un barbone ed una insegnante di asilo che se le danno di santa ragione mentre dei bambini sullo sfondo scommettono pesante. Vi dico solo che volavano cifre straordinarie come un fantastilione di soldi o pianeti interi di dolci che il mio papà ne ha tantissimi e li tiene tutti nello spazio!
– Il segno dei denti che una vecchia mi ha lasciato su un braccio mentre le strappavo un panino di mano, e i soldi che mi hanno dato per aver venduto la dentiera di quella rompiballe. C’è chi ha i denti e il pane, che chi vende i denti altrui e ci fa dei soldi!

Ed infine la soddisfazione di essere riuscito a partire senza una meta precisa, aver attraversato buona parte delle terre esistenti su questo pianeta, conosciute o meno. Come quella volta che sono stato ad Atlantide e mi hanno detto di non parlarne mai… quindi senza parlarvene glisso e lascio perdere questo discorso senza senso.

E’ dura la vita di un viaggiatore immaginario,
Cmq e Sempre Byo

Famiglia, vite vissute per finta…

Molti mi inviano lettere immaginarie in cui mi scrivono che sono pazzo, che passo tutto il mio tempo facendo solo cose inutili come scrivere testi demenziali o fare fotomontaggi assurdi. Ma la verità è che sono una persona normalissima, come tutti ho una famiglia e faccio cose banali di tutti i giorni, anche se devo ammettere che ogni tanto mi capita di perdere qualche libro perché finisce al di là dello specchio e alcuni mobili va a sapere come me li ritrovo appesi a testa in giù al soffitto… ma a parte questi piccolissimi dettagli tutto il resto è banalissimamente normale!
Ecco, se proprio vogliamo trovare qualcosa di leggermente diverse dal consueto, ammetto che ho una famiglia molto numerosa, e proprio per questo, per evitare di dimenticarmi di qualcuno nel fare i regali di Natale, negli ultimi tempi mi sono impegnato nel creare un albero genealogico di tutti i parenti.
Quindi ecco a voi l’Albero Genealogico della famiglia Macchiavellazzi:

Famiglia Macchiavellazzi - Albero genealogico con stemmi

Ed ecco qualche foto che ho preso dagli album di famiglia:

Anziana e Foto

Bambini

Cavaliere

Coppia con Sfondo

Coppia

Famiglia a Madonna di Montebello

Famiglia con Libro

Famiglia in Posa

Fidanzati

Gruppo con Prete

Gruppo Famiglia

Gruppo Vendemmia

Il Generale Macchiavellazzi

Trio in Costume Tipico

Vi riporto anche qualche piccolo spaccato della mia vita familiare:

Pochi giorni fa ho fatto il prestigiatore alla festa di compleanno di uno dei miei nipotini. Con il nome di “Grande Mago Squizzato” stavo facendo divertire tutti i bambini della festa. Purtroppo non potevo fare il mio trucco migliore, l’estrazione di una modella da paginone centrale di Playboy dal mio cilindro, perché quei maledetti di Playboy mi hanno fatto causa. Quindi, come avrebbe fatto qualsiasi altro mago degno di questo nome, dovetti ridurmi ad estrarre il solito cappello a cilindro da un coniglio. Comunque la festa andò bene, mia sorella mi ringraziò, i bambini si divertirono, la madre di uno di loro mi saltò al collo giurandomi amore eterno, e alla fine della giornata ci fu anche un bell’incontro di lotta tra donne nel fango, esattamente tra la suddetta madre e mia moglie per decidere a chi dovesse andare la proprietà del mio cuore. Incontro terminato per ko tecnico al terzo round con la vittoria della mia gentile consorte.
Morale della favola abbiamo passato tutti una bella giornata tra amici e parenti.

Il mese scorso ho fatto una gita allo zoo con un mio lontano cugino. A parte che non ci sono più i leoni di una volta, devo ammettere che non ci sono manco più i cugini di una volta. Che sarà mai stato, l’ho buttato prima in una gabbia di leoni che manco l’hanno annusato, poi direttamente nella bocca spalancata di un ippopotamo che l’ha sputato ‘quasi’ subito, alla fine anche pagando uno dei custodi per creare qualche sano incidente ‘casuale’ non è successo niente. Manco quello è riuscito a farlo fuori!
Insomma sono andato allo zoo contento e ne sono tornato triste, con la speranza svanita di ricevere l’eredità cospicua di mia zia…

Mio figlio oggi ha detto la sua prima parola, è stata ‘Barbagallo‘. Mi sono informato e ho scoperto che la colpa è dell’amico Fedi. Se lo scopro ancora ad insegnargli certe parole gli stronco la carriera di falso mendicante spaccandogli le gambette per davvero!

Oggi ho beccato mio nonno a parlar male di me. Ormai è talmente rimbambito che è venuto da me a parlar male di me!
Promemoria per il futuro, devo inventare una macchina del tempo per comprargli un paio di occhiali come quelli degli anni settanta. Sono gli unici che vuole mettere, altrimenti altre figure di merda.

Mia suocera oggi ha cucinato. Non so cosa le sia venuto in mente. Abbiamo passato la domenica, unico giorno in cui non scrivo sul blog, all’ospedale. Per vendetta mi sono fatto dare la connessione Wi-Fi e ho scritto comunque qualcosa sul blog. Così impara la vecchia!

Oggi mio cognato ha fatto fare il primo bagno in una piscina piena di Champagne al mio nipotino preferito. E’ che loro sono la parte ricca della famiglia. Francamente io non li capisco, dovrebbero comportarsi come dei genitori normali per il bene dei bambini. Io, quando ero piccolo, non mi sarei mai sognato di fare una cosa simile, come tutti mi facevo il bagno in una normalissima piscina piena di Chinotto appena appena tiepido!

E’ morto un mio prozio. Beh, tecnicamente è morto parecchi anni fa, ma ogni tanto mi piace ricordarlo. Credo che molti ricordino i loro cari per l’affetto che portavano, altri per rimpianti del passato, cose che si volevano fare o dire a qualcuno che ormai non c’è più. Personalmente quel mio caro vecchio prozio amo ricordarlo proprio perché non c’è più. Era un rompiballe della madonna, sempre a darmi pizzicotti sulle guance, scappellotti sul coppino e a fare battutine sceme su quando mi sarei deciso a farmi la ragazza. Pirla!

Io ho un cane. Già solo questo è motivo di vanto, ma in più ho anche un gatto. E continuando ad elencare bestie che ho in casa posso contare anche 12 pesciolini in un acquario, due cocorite, un criceto russo e credo un numero imprecisato di pulci che mi corrono per tutta casa. Amo gli animali, ma almeno quelli di casa mia li darei volentieri alle fiamme!

Estate!
Quest’anno siamo andati da mia cognata, anche lei ha avuto due gemelli da poco, quindi quattro rompiballe urlanti da tenere sotto controllo… Se non mi suicido questa volta ho buone speranze di vedere il mio sogno realizzato: tra una ventina d’anni figli fuori di casa e nudismo integrale di coppia ininterrotto!

Ci sarebbero ancora tante altre storie interessanti su nonni, zii, cugini e quant’altro, ma il fatto resta, ho una famiglia di rompiballe ma del tutto normale, quindi dopo un po’ i racconti finirebbero con l’essere troppo simili a quelli di chiunque altro. L’unica cosa che ci tengo ancora a dire è che il mio fratellino minore è davvero un fenomeno. Adesso è ancora piccolo, ma sono sicuro che Bob da grande mi darà delle soddisfazioni incredibili!

Detto questo saluti a voi e famiglia,
e se non l’avete createvela!
Cmq e Sempre Byo

Sensazione…

Sento dei rumori, lontani ma li sento. Forse sono solo nella mia testa, forse un televisore è acceso da qualche parte della casa.
All’improvviso una musica che sembra vicina, ma non riesco ad afferrarne le parole. Le pareti stesse sembrano parlarmi in una qualche lingua incomprensibile.
Da una finestra entra una leggera brezza, porta l’odore della notte, il profumo dell’ultima sigaretta che ho fumato. Dentro di me sento una sensazione mai provata prima, fuori tutti i miei sensi sono ovattati, forse da un momento, forse da una vita intera, ma dentro, dentro sento la vita, la realtà che scorre e pulsa, e io sono con essa. E’ questo vivere? Oppure è morire? Il mio corpo non è più mio, trema, si muove come in preda a pensieri tutti suoi, scotta, ma non sono mai stato meglio da che ricordo. Un ultimo pensiero si crea nella mente prima di perdermi in me stesso: “Se ricordo vuol dire che esisto? O ero solo un qualcosa di limitato, in attesa di provare questa sensazione per poi ritornare al nulla?

Scrivere da sbronzi,
correggere da sobri…
Cmq e Sempre Byo

Questo è quanto!

Stamattina mi stavo guardando allo specchio, è una cosa che ogni tanto mi capita. Guardandomi intensamente negli occhi mi sono perso in un qualche strano mondo. C’erano mutandine da donna ovunque, una sfilza di profilattici nuovi ed un vibratore con incise le parole ‘Self Godò‘. Ero curioso, così mi sono addentrato ancora di più in quella visione. Coperte sparse ovunque ma ben piegate. Un letto appeso al soffitto con una scala a pioli per arrivarci. Foto di ragazze con i baffi incollate alle pareti. Ho aperto la porta e sono entrato nel corridoio. Era pieno di principesse che parlavano di creare una band heavy metal. Poco dopo arrivò il loro agente che vedendomi mi chiese gentilmente di andare in bagno a finire quello che stavo facendo. Senza accorgermene mi ritrovai in mano un panino alle vongole e provola. Andai in bagno. Nella doccia stava un portale magico che ballava la macarena. Lo attraversai preceduto da un gruppo di pinguini in visita turistica. Arrivato in cucina mi vidi che stavo seduto al tavolo arrotolando del rosmarino in una fetta di prosciutto crudo. La accesi e fu subito un delizioso profumo per tutta la stanza. Mi guardai compiaciuto. Aprii la porta-finestra, saltai giù senza pensarci e mi ritrovai davanti al mio specchio. Tutto era tornato alla normalità, così mi aggrappai ad un asteroide di passaggio e andai nel Paese Degli Unicorni Senza Corni Ma Che Non Sono Cavalli. Corsi per la vallata e mi ritrovai davanti ad un grande albero fatto di cristallo, con appeso ad un ramo la più grande mela che avessi mai vista. Le diedi un morso. Sapeva di rubini. Il mio corpo scoppiò in una nuvoletta aromatizzata alla fragola. Poi finì tutto e su questa storia non ho più niente da dire.

Alle volte vorrei darmi un abbraccio di conforto,
poi vado a prostitute…
Cmq e Sempre Byo

Fuga di personalità!

Come ormai tutti sanno io ho molteplici personalità, ognuna di loro con un proprio passato, presente e, se non mi girano le scatole, pure un futuro. Qualcuna ultimamente sta mettendo su famiglia, altre sono misteriosamente scomparse o disgraziatamente sfuggite al mio controllo. Quello che segue è un breve resoconto degli ultimi accadimenti avvenuti nel mio cervello. Se volete godervelo al meglio immaginate di essere in un cinema nei meravigliosi anni venti, mentre vi guardate un cinegiornale alquanto particolare:

Personalità per la città
Trovate svariate personalità in stato di smarrimento. Si presume che appartengano tutte alla stessa persona. Il loro responsabile ai rapporti con il mondo esterno, anche chiamato realtà, è intervenuto in svariate trasmissioni televisive rassicurando tutti: Non è in atto un’invasione di personalità assurde, semplicemente sono troppe e il loro corpo di riferimento fa fatica a gestirle tutte. Entro breve, comunque, dovrebbe esserci un miglioramento delle loro condizioni, infatti proprio in questi giorni si stanno tenendo delle riunioni sindacali per ottenere migliori diritti. Ad ogni modo, nella confusione generale che si è creata, non è detto che alcune di loro non siano scappate chissà dove. Seguiranno aggiornamenti ma non su questo blog. Probabilmente se chiederete a qualche psichiatra specializzato potreste avere delle notizie interessanti, ma non è detto che siano relative a questo caso.

Foto fittizie invadono internet
Chi oggi ha provato a cercare delle immagini su un qualsiasi sistema di ricerca, si è trovato davanti degli assurdi fotomontaggi fatti da una persona inesperta. Si sta cercando tuttora chi sia quella faccia da pirla aggiunta alle immagini. Seguiranno notizie, speriamo senza aggiunta di foto modificate, comunque non su questo blog.

Il Ratto delle Sabrine
Mostruoso atto di vandalismo a Milano. Oggi, in varie parti della città di Milano, sono state rapite diverse ragazze di nome Sabrina. Dopo diverse ore sono state tutte ritrovate in un ristorante in zona Navigli, precisamente da “Bonfiglio e Bona pure la figlia, ristorante tipico cino-meneghino“.
L’atto vandalico è stato perpetrato da tale Giacomo Semprotti, figlio dell’illustre Luca Semprotti esimio professore universitario scomparso di recente. Ancora adesso non si hanno notizie sulle motivazioni esatte del suo gesto, si sa solo che il ragazzo è rimasto sconvolto dall’improvvisa e del tutto inspiegabile morte del padre. Da alcune notizie trapelate si sa che è stato sentito come persona informata sui fatti tale Giantordo Macchiavellazzi, un mediocre scrittore squattrinato del milanese. Seguiranno aggiornamenti sul fatto ma non su questo blog. Per i più curiosi basterà informarsi al ristorante “Bonfiglio e Bona pure la figlia, ristorante tipico cino-meneghino“, il proprietario non saprà dirvi assolutamente niente a riguardo delle indagini, ma almeno vi offrirà da mangiare, naturalmente non a gratis!

Radiodrammi
Brano tratto da un recente intervento radiofonico: “Le meringhe spaziali ci invadono! A tutti gli ascoltatori, questa mattina in una zona tenuta segreta dal nostro governo, è stata avvistata quella che secondo gli esperti è l’avanguardia di una pericolosa invasione extra-terrestre. Decine di meringhe spaziali, ricoperte da quello che sembra essere sciroppo alla ciliegia, hanno cominciato ad atterrare sul nostro pianeta. Ne sono scesi degli omini gelatinosi, che con le armi in pugno, hanno cominciato a rendere schiavi gli autoctoni locali. Le loro armi sono fatte di liquirizia e sparano proiettili di caramello. I medici temono che nel giro di poco tempo potremo essere tutti uccisi a suon di zuccheri nel sangue. Il Presidente ha annunciato la sua intenzione di arrendersi immediatamente. Seguiranno informazioni più approfondite nel momento stesso in cui la Terra sarà conquistata dai nostri nuovi e meravigliosi padroni intergalattici.

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Ha aperto in città un nuovo negozio di lavaggio pavimenti. Il nostro motto è: “Venite da noi e vi inumidiremo la vostra bella moquette!“, sono benvenuti perversi e maniaci vari.

Giantordo al Bivio
Quello che segue è un breve racconto-gioco, in pratica sarete voi a stabilire cosa il povero Giantordo farà oggi prendendo le decisioni al posto suo, basterà semplicemente scegliere di volta in volta quale bivio numerico seguire. Francamente come gioco è alquanto una fetecchia, ma se nella vostra vita sentite la mancanza di una sana dose di assurdità giornaliera, ecco trovato un buon modo di riempire cinque minuti di noia con della salutare pazzia:

Questa mattina Giantordo si è svegliato e… si è alzato contro voglia (1); si è alzato con la voglia di fare qualcosa (2); non si è alzato (10)

(1) …si è sdraiato sul divano, non facendo una mazza per tutto il giorno. -Fine-

(2) …ha deciso che non avrebbe sprecato la giornata. Sicuramente avrebbe fatto qualcosa. Già, ma cosa? … una sana sessione solitaria su internet (3); una salutare passeggiata (4)

(3) …Ma certo, si sarebbe frullato il barbagallo! Dopotutto era da tempo che non approfondiva la sua conoscenza di siti internet nell’ambito dell’osé. Era ora di rimediare a questa mancanza. Così cominciò di buona lena finché… accade un imprevisto ambiguo (5); accade un imprevisto voyeuristico (6)

(4) …Sarebbe uscito di casa. Sì, era la cosa migliore da fare se voleva vivere una bella avventura. Sarebbe andato al parco e chissà chi avrebbe conosciuto… ricordi di gioventù (7); pantaloncini corti (8)

(5) …finì su un sito di una certa ambiguità e senza accorgersene si appassionò a ciò che vedeva. Nei giorni seguenti continuò ad informarsi sui pregi e difetti di un cambio radicale di vita e nel giro di pochi mesi si decise. Ora Giantordo, dopo un veloce passaggio per Casablanca, fa felicemente parte dell’harem di un sultano sotto il nome di Giantorda. -Fine-

(6) …la sua curiosa vicina, una vecchietta guardona sempre arrapata, non lo vide dalla finestra, cominciando a gridare al mondo il suo amore eterno per lui… finale con confetti (9)

(7) …Arrivato al parco fu sopraffatto dai ricordi di gioventù e si ritrovò senza accorgersene su un’altalena a dondolarsi come un ragazzino, o come un pirla troppo cresciuto se vogliamo. Una vecchietta lo vide, e attratta dalla sua fanciullezza fin troppo espressa, cominciò a provarci pesantemente… finale con confetti (9)

(8) …Sarà che quella mattina si era messo i pantaloncini corti, ma alla vista delle sue belle gambette tutte le ragazze del parco si innamorarono di lui perdutamente. Così fu costretto a cambiare religione, diventò mussulmano e le sposò tutte quante. Comunque, essendo il nostro povero protagonista senza lavoro, la bella vita durò poco e fu costretto ad aprire un’agenzia di escort a conduzione familiare. Pur sembrando un’esistenza agiata, tra soldi e donnine facili, da bravo cornuto si pentì sempre delle scelte fatte in passato. Soprattutto di aver deciso di indossare quei maledettissimi pantaloncini corti che lo facevano sembrare tanto figo! -Fine-

(9) …Giantordo si fece irretire dalle lusinghe e decise di realizzare un desiderio della propria giovinezza, andare con una donna più grande. Certo, fatto da giovincelli ti puoi trovare davanti una bella donna, ma più vai avanti con gli anni più ti devi accontentare di quello che trovi. Comunque si lasciò andare alla passione, i due novelli piccioncini si sposarono pochi giorni dopo e vissero felici e contenti finché durò la pensione di lei. Poi si lasciarono e Giantordo tornò ai suoi frullamenti di barbagallo in solitaria. -Fine-

(10) …si è girato ed è tornato a dormire. E nel caso non vi sia piaciuta questa storia a bivi fingete di aver fatto un brutto sogno, giratevi nel vostro letto e anche voi, come Giantordo, tornatevene a sognare ciò che volete. -Fine-

Quando si è pazzi…
Cmq e Sempre Byo

Me ne stavo…

Me ne stavo tranquillamente impazzendo quando un signore mi ha chiesto che ore fossero. Certo, si vedeva che aveva una certa urgenza, ma era doveroso da parte mia spiegargli che il tempo è una cosa relativa. Per questo portiamo gli orologi, per essere relativamente sicuri che le ore non se ne scappino via. Non so perché ma il mio interlocutore si è incavolato alquanto e ha cominciato a picchiarmi. Per fortuna è intervenuta la polizia a fermarmi perché sennò per quell’uomo poteva finire male. Potevo anche farmi ammazzare da tante gliene stavo dando!
Quando mi hanno liberato dalla prigione mi sono venuti a prendere i miei genitori e un gruppo di amici con festoni di avvenuta liberazione. In realtà però non erano i miei veri familiari e amici, erano degli alieni provenuti da un famoso pianeta, che quindi non starò qui a citare, giunti sulla Terra per impossessarsi del cervello più esteticamente gradevole allo sguardo che si potesse trovare. Per qualche minuto ho pensato si trattasse del mio, invece era quello di un altro tizio che venne fuori essere una delle mie personalità sfuggite al controllo. Luca Semprotti, quel figlio di una buona donna, che poi sarebbe anche mia madre e quindi devo dire che è davvero una brava donna, anche se alle volte mi fa incavolare così tanto che vorrei avere delle altre personalità per poter sfuggire da questa fastidiosa realtà! Comunque dicevo, Luca Semprotti era sfuggito alla mia volontà e si era fatto una vita propria. Era diventato un docente universitario di ‘Parossismo dell’inusuale e varianti sul tema del sesso tra animali vestiti da clown‘, un luminare dei nostri tempi. Al che, saputo ciò che c’era da sapere ma con in bocca il gusto del segreto irrisolto di dove cacchio sto andando a parare, cominciai a inseguirlo attraverso il mio cervello, che poi sarebbe stato anche quello che gli alieni inseguivano, rendendoci così i protagonisti di una bizzarra e inquietante danza di gente strana sulle pareti interne di un diamine di cervello di affermato bell’aspetto. La storia finì com’era cominciata. Ho ucciso Luca Semprotti in un bagno si sangue e ricordi mai esistiti. Ripensandoci non è la scena con cui è cominciata la storia… Adesso sto bene, ho fatto amicizia con gli alieni, ho anche avuto una storia con quella che spero essere un’esponente femminile della loro specie. Nel caso vi saprò dire su eventuali inseminazioni aliene nel mio corpo o su miei presunti figli di un altro mondo venuti per conquistarci con il sorriso sulle labbra, un’arma nucleare in mano e un chilo di parole da riversare a cacchio nelle nostre orecchie.
Quindi attenti a voi abitanti della Terra, i miei figli un giorno distruggeranno il vostro, ma anche nostro, pianeta con parole sparate a cavolo!

Giantordo Pazzo

E’ nata come testo ma poi è diventata la mia vita vera…
Cmq e Sempre Byo

La Vecchia e l’Auricolare…

Quello che segue è il resoconto di una mia giornata neanche troppo particolare:
Io e l’amico Checco lavoriamo insieme da tempo, siamo i tuttofare in un’agenzia di moda prêt-à-porter per Sexy Shop. In pratica stiamo tutto il giorno a spostare casse piene di abiti ambigui per gente ancora più ambigua con il rischio che uno di questi simpatici signori voglia fare la nostra conoscenza in maniera più profonda. Ma non è questo il punto, il fatto particolare è che oggi non avevamo niente da fare al lavoro e così la nostra capa, come sempre gentilissima e dolcissima, ha buttato giù una parete del suo ufficio con un pugno ben assestato. Essendo noi addetti a tutto ciò che comprende la parola ‘Tutto‘ era compito nostro tirarne su una nuova.
Alla fine della giornata eravamo distrutti, così io e il mio buon amico ci salutammo e tornammo ognuno verso casa propria.
Sull’autobus c’era una ragazza che parlava al cellulare usando gli auricolari e un’anziana signora, in piedi, che la guardava affatata. Io ero seduto proprio davanti a quest’ultima, e se ve lo state chiedendo no, non le avrei lasciato il mio posto manco morto, e le dico: “Non si preoccupi. Quella ragazza è semplicemente pazza. Pensa di parlare a distanza con una persona immaginaria“. La vecchia allora ha tirato fuori un cellulare ultimo modello, mi ha fatto una foto, poi ha chiamato un’amica, tale Guendalina, e le ha detto: “Ué Guenda, questa la devi proprio sentire! C’è qui un pischello che non capisce troppo un cavolo di tecnologia!! Stasera ci becchiamo su Facebook e ti passo la foto di ‘sto sfigato!
Per fortuna alla sera, tanto per divertirmi s’intende, ho attraversato lo specchio del mio bagno e mi sono ritrovato in un mondo dove tutto era al contrario di com’è nella realtà e finalmente mi sono sentito a casa.

Questo brano avrebbe potuto essere un best seller,
se solo il titolo fosse stato: ‘Passeggiando per la città con un nocciolo di ciliegia in bocca
Cmq e Sempre Byo

Favole e dicerie…

C’era una volta un tizio che viveva una vita ben strana, fatta di luoghi bizzarri e gente assurda. Se ancora non l’avete capito quel tizio sono io e la gente strana forte siete voi!
Fatto questo preambolo vado a esporvi il mio problema. Ogni tanto mi capita di andare in un piccolo parco un po’ nascosto al resto del mondo. Il fatto è che girano delle dicerie sul suo conto alle quali non so se credere e per questo vorrei sapere il vostro parere. Dicono che sia un luogo misterioso a cui si può arrivare solo dopo aver attraversato un labirinto incantato, che al suo interno vivano creature mitologiche, e infine che sia la sede si sabba pagani e demoniaci.
Sarò sincero, sì, mentre ero là mi è capitato di incontrare gnomi o piccoli elfi dei boschi che gironzolavano tra alberi e cespugli o ballavano con qualche piccione, ma francamente qual è il bosco in cui non vivono? D’accordo, alle volte passandoci alla sera tardi mi è anche capitato di vedere dei satiri infrattarsi dietro le frasche con ninfe e affini, ma vi sembra qualcosa che non avete mai visto? Una notte mi ricordo di aver assistito ad un sabba di streghe tutte nude che ballavano come matte intorno ad un falò, ne è emerso Lucifero, devo dire una bella persona distinta, ma bisogna anche dire che quella volta ero parecchio brillo dopo una lunga serata con gli amici in birreria! Insomma, tra tanti che parlano male di quel posto non ho mai sentito nessuno evidenziare i suoi lati positivi. Ad esempio c’è un bel parco giochi in cui sono ammessi tutti i bambini, compreso uno strano infante alato col pannolone che va in giro sparando frecce a raffica. E nessuno, dico nessuno, parla mai del sagace gruppetto di vecchietti che ogni giorno si ritrova a parlare delle partite di calcio e magari si diletta nell’arte del palpeggio insieme alle streghe di qualche riga indietro.
Io, se c’è una cosa che proprio non sopporto, sono quelli che dicono cose a vanvera. Che parlano di posti che non sono mai riusciti a vedere, sia a causa di una loro pigrizia cronica o del Minotauro che vive nel labirinto che fa da ingresso ad un parco! Che oltretutto potrebbe anche far pagare di meno l’ingresso perché, a voler essere sinceri, un sacrificio umano all’anno in suo onore non sarà tantissimo, ma non è neanche così facile da organizzare.
Adesso vi devo lasciare, sono in ritardo per l’arrivo dei satiri e conseguente voyeurismo mitologico. Prima però vi riporto una piccola storia che ho preso dal mio diario, spero vi piaccia anche perché è tutta roba vera e quindi non è che posso stare lì a riscriverla seguendo le vostre indicazioni e magari vincere il premio Strega alla narrativa d’intrattenimento nella sezione ‘Racconti inventati ed esperienze palesemente finte‘:
L’altro giorno stavo camminando in un bosco quando d’un tratto mi ritrovo davanti Cappuccetto Rosso. La saluto, lei ricambia ed entrambi continuiamo per la nostra strada. Dopo poco mi viene in mente che se sta andando dalla nonnina finirà per trovare il lupo cattivo ad attenderla. Allora torno indietro correndo e prendo la scorciatoia, così da sorprendere il lupo prima dell’arrivo di Cappuccetto.
Arrivato che sono alla casa della nonnina entro e cerco di far smascherare il lupo: “Ehi vecchia, ma lo sai che sei proprio pelosa per la tua età!” e lui: “Ma scusi chi è lei?“, di nuovo io: “Dai lupo, non rompere le balle e finisci ‘sta messa in scena!“, e lui di nuovo: “Ma guardi che non capisco cosa vuole da me” Allora, irritato come una iena da quella pantomima, gli salto addosso e comincio a prenderlo a mazzate. In quella arriva Cappuccetto che non capendo la situazione cerca di fermarmi, non riuscendoci corre al telefono e chiama il cacciatore.
Un’ora dopo la polizia locale è riuscita a fermarmi sedandomi con tanta di quella roba da bloccare il cuore ad un elefante in corsa. Il lupo che si fingeva vecchina era finito all’ospedale con buona parte delle ossa ridotte in polvere, e quella pirla di Cappuccetto Rosso se ne stava a raccontare tutta la faccenda ad un poliziotto continuando ad indicarmi come fossi un pazzo a piede libero.
Certo che appena uscito dal manicomio ne ho incontrata di gente strana!

Il ‘C’era una volta‘ è roba vecchia!
Cmq e Sempre Byo