La Favola di Cappuccetto Pigro

Cappuccetto Pigro era un bambino così pigro, ma così pigro, che quando la Mamma gli chiese di andare dalla Nonna per portarle il pranzo lui le disse di no. Ma siccome la favola così non va avanti Cappuccetto Pigro, con l’aiuto di un calcione della delicata genitrice, superò la soglia di casa e partì.
Per arrivare dalla Nonna le strade erano due, attraversare un bosco a piedi per un totale di 5 minuti di strada, o prendere un taxi, farsi tutta l’autostrada e pagare un botto di corsa. Siccome Cappuccetto Pigro era pigro sì, ma senza il becco di un quattrino, decise di avventurarsi per il bosco. La pigrizia è una bella cosa, ma solo se c’hai i soldi!
Entrato che fu nel bosco, il nostro piccolo eroe incontrò il Lupo. Ora dovete sapere che il Lupo era ormai vecchio e senza denti e gli ultimi bambini che si era mangiato erano nelle scatolette della marca “Bocconcini Erode pre-masticati, serie anziani“. Quando il nostro vecchio antagonista vide un ragazzino cicciottello trotterellare per le frasche non gli parve vero, si parò dinnanzi al grassottello Cappuccetto e gli chiese: “Dove vai bel bocconcino?” e la sua futura vittima, troppo pigra anche per capire il pericolo, gli rispose: “Dalla Nonna. Non è che mi presteresti dei soldi per il taxi?” e il Lupo, pensato subito un buon piano, glieli diede così da avere tutto il tempo per raggiungere la nonnina e mangiarsi tutta l’allegra famigliola in un colpo solo.
Arrivato che fu a casa della Nonna il Lupo trovò la porta aperta e la vecchia nel letto. Ora dovete sapere che la famiglia di Cappuccetto Pigro era da caso clinico. Un figlio pigro a livello esorbitante, una madre snaturata fino al midollo e la nonna rincoglionita come mai vecchietta sia stata!
Per il Lupo era giorno di pacchia, e tirati fuori dal borsello una cannuccia ed un bel tritacarne, si fece un buon antipasto.
Dopo qualche ora si sentì una frenata fuori dalla porta e poco dopo tutto trafelato Cappuccetto Pigro fece la sua entrata trionfale a casa della nonnina. Appena vide a letto quello che noi sappiamo essere il Lupo vestito in sottana, Cappuccetto cominciò la sua ormai celebre tiritera: “Che occhi brutti che hai! Che gengive grosse che hai! Che gambe pelose che hai!“, “Ma farti i cazzi tuoi mai?!” fu la risposta dello stizzito furfante. E in un balzo il Lupo infilò anche Cappuccetto nel tritacarne e così finì il suo meritato pranzo. Poco dopo un cacciatore che passava di là vide il Lupo bello satollo, e capito cos’era successo dai vestiti ormai vuoti lasciati in terra, gli sparò. Così fu che quella sera il cacciatore si mangiò per cena un ottimo lupo ripieno.

Stretta la foglia,
la via è grande in abbondanza,
se hai voglia di lupo per cena,
aspetta che si sia fatto la panza!

FINE

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