Racconti per altri: Hidden

Comincia il testo chiamato Hidden, nel quale sono contenute quattro storie raccontate in quattro giorni da due ragazze e due ragazzi.
I giovani, annoiati a scuola, si riunivano di nascosto nella soffitta a raccontarsi storie che il ‘nascondersi’ avevano come argomento:

Giornata prima: Giovanni – Il Furfante
La mia è la vita del fuggiasco. Sempre in fuga. Vivo nascosto da tutti, la mia è un’esistenza di segreti e ombre.
Alle volte mi capita di incontrare anime buone che mi danno un po’ di conforto. Qualcosa da mangiare. Un sorriso. Ma poi devo ricominciare la mia fuga eterna, questa è la mia vita.
I tetti sono la mia strada. La notte è per gli altri il momento del riposo, ma per me è il momento delle scorribande. Dei furti più incredibili. Del cuore che batte in gola. Della libertà che mi fa sentire vivo.
Sono stato ingabbiato una volta. L’uomo che mi sorvegliava si divertiva con me. Mi umiliava con quelli che per lui erano passatempi. Ma un giorno sono evaso e da allora sono libero.
La verità è che un gatto si nasconde per vivere grandi avventure.

Giornata seconda: Misaki – La Ragazza Innamorata
La ragazza era molto timida.
Il ragazzo correva sempre nel parco.
Lei si nascondeva per vedere il suo amore.

Giornata terza: Sophie – Il Prestigiatore
Il re fece chiamare tutti i maghi del suo paese per allietarlo nel giorno del suo compleanno. Il migliore tra loro avrebbe avuto un lavoro assicurato a corte. Arrivarono in molti e tra loro c’era il prestigiatore.
I maghi fecero del loro meglio. Numeri incredibili. Ma nessuno di essi colpì veramente il re.
Venne il turno del prestigiatore: “La mia magia più grande consiste nel far scomparire il mio stesso cuore. Lo nasconderò in un luogo dove nessuno mai potrà arrivare, neppure io!
Detto questo fece apparire una scatola ricoperta di cuoio rosso alzando un normalissimo foulard da un tavolino. La aprì, poi con un gesto del mantello coprì il proprio corpo. Disse qualcosa sottovoce. Il mantello si riaprì e il prestigiatore teneva con la mano un cuore palpitante.
Lo depose nella scatola e quando la richiuse questa prese fuoco. Tutto ciò che rimase sul tavolo furono delle ceneri fumanti.
Il pubblico rimase in silenzio. Il prestigiatore chiamò una ragazza dal pubblico e le chiese gentilmente di ascoltare se nel suo petto ci fosse battito alcuno.
Silenzio” disse la ragazza. Il pubblico applaudì. Il re rimase colpito. Voleva parlare con quell’uomo.
Se quello che dici è vero“, chiese il re al prestigiatore, “che non puoi più avere indietro il tuo cuore, perché l’hai fatto?
Il prestigiatore rispose allora: “Alle volte bisogna nascondere il proprio cuore per avere successo nel proprio lavoro“.
Al re la risposta sapeva di servilismo. Assunse un mimo.

Giornata quarta: Michael – I Bambini
I due bambini erano amici di lunga data. Ogni pomeriggio si trovavano nel bosco e giocavano a nascondino. Ogni giorno. Ormai quel passatempo era diventato noioso.
Fu un giorno d’inverno che uno dei due propose di nascondersi nel Nulla. Non li trovarono più.

Quello che avevano detto a parole lo riportarono su carta e decisero di nascondere i fogli sotto un’asse del pavimento che sembrava potersi muovere.
Una volta spostata trovarono uno spazio con dentro una scatola. Dentro un foglio ed un oggetto incartato.
La lettera era di un ragazzo, molti anni prima aveva studiato in quella scuola e aveva voluto lasciare un segno del suo passaggio.
Non aprirono l’oggetto e rimisero al suo posto la scatola. Gli piaceva l’idea di tenere nascosto qualcosa ai lettori.

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Cos’è il Natale? Sul serio, non lo so…

Da piccolo ero un bambino.
So che scoprire cose simili in questo modo così brutale può sconvolgere, ma il fatto resta. Ero giovane, la faccetta tonda, e soprattutto niente barba! Qualche sigaretta di tanto in tanto, ma non avevo ancora comprato il mio primo leggendario pacchetto.
Da piccolo, dicevo, non sapevo cos’era il Natale. Sapevo solo che la gente in quel periodo dava di matto.
Parenti che facevano scherzi alle ignare fidanzate di cugini, zii che impacchettavano parti del corpo varie per fare scherzi alla suocera di turno, il solito simpaticone che metteva un petardo nel tacchino e lo faceva esplodere sulle facce di tutti noi seduti intorno alla tavola! Come dicevo gente matta…
Una volta pensai anch’io di essere spiritoso e inviai una piccola scatola vuota a casa di mia nonna paterna. Tutta bella impacchettata, con tanto di grosso fiocco rosso. Mi era
costato parecchie paghette realizzare questa pensata, ma ero sicuro di aver finalmente capito lo spirito del Natale. Divertirsi tra parenti che poi non incontrerai mai più durante il resto dell’anno!
Dopo pochi giorni, il 23 Dicembre, il pacchetto arrivò a destinazione. Mia nonna lo aprì. Ci rimase talmente male che da allora la mia famiglia non festeggia più il Natale…
Quindi la verità è che non ho mai capito cosa sia questa cavolo di festa!
Da allora, ogni volta che arriva questo periodo, snobbo tutto e tutti, famigliari compresi. Mi nascondo in casa mia e comincio a festeggiare come voglio. Augurandomi Gùmaligambi Pasquò a ogni piè sospinto, apro scatole vuote ben impacchettate, faccio esplodere tacchini con tanto di sughetto, e arrivata la mezzanotte vado in strada, affitto un po’ di gente incontrata per caso, e faccio battute su nuove fidanzate o parenti immaginari vicini e lontani. Davvero un bel Natale il mio Gùmaligambi Pasquò!
Magari quest’anno prenoto dei barboni con anticipo, l’anno passato mi mancavano due zii ed un nonno…

Auguri di un felice Gùmaligambi Pasquò a tutti i bizzarri di buona volontà!
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Disastri da Top Secret!

Ieri è scoppiata la gomma di un’auto che passava vicino a casa mia. Subito sono partite le leggende da quartiere. Da un semplice incidente da constatazione amichevole siamo passati ad uno scontro tremendo tra auto, poi ad un incidente dove c’è scappato il morto, a traffico chilometrico causato dall’incidente del secolo, atterraggio d’emergenza di un aereo sulla tangenziale, schianto tra un aereo e una nave entrambe misteriosamente sulla strada cittadina, Godzilla in vacanza da queste parti che con un colpo di coda ha rilanciato in orbita un meteorite che stava per cadere proprio in questa zona e avrebbe distrutto il mondo, colpo di fucile partito dallo schioppo della portinaia del mio palazzo che ha cercato di fermare Godzilla, con anche una variante in cui la portinaia ha stecchito Godzilla con un colpo di karate imparato nei suoi anni giovanili in Russia quando faceva parte del KGB! A quel punto sono intervenuti i servizi segreti americani, hanno portato via la portinaia e sparso la voce che si era trattato tutto di uno sbaglio, un bambino aveva fatto scoppiare un palloncino fatto con la gomma da masticare.
Dopo aver valutato con attenzione tutto quello che è successo mi sono reso conto di una cosa: Io so troppo e rischio grosso con i federali. Sono sicuramente in giro a cercarmi, mi braccano. Sto rischiando la vita, devo scappare!
Chi bussa alla porta?
No, non imbavagliatem…


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Racconti per altri: Vacuum

Due filosofi di grande prestigio si sfidarono ad una gara di saggezza. Raccontarsi storie con argomento il nulla:

Esistenza è rumore
Il vecchio albero si faceva forza per non cadere al suolo. “Se solo qualcuno passasse qui vicino” si diceva.
Un albero che cade senza nessuno che lo possa sentire non fa rumore. Il suo cadere è come se non fosse mai esistito.
Scomparire nel nulla è la peggior paura degli alberi…

Essere il Nulla
C’erano una volta due tizi assai strani. Uno diceva di non esistere, l’altro che il primo era un idiota!
Io sono il Nulla!” disse il primo.
Ma tu esisti, quindi non puoi essere qualcosa che non è” rispose l’altro.
Io sono il Nulla!” ripeté il primo.
Senti, ti vedo quindi esisti, quindi non puoi essere il nulla!” ribadì l’altro.
Io sono il Nulla!” continuò testardo il primo.
Ma che sei scemo?! Ti concedo di non essere nessuno, ma comunque sei qualcuno, quindi vedi di andare a rompere le scatole da un’altra parte!!” concluse l’altro.
Il Nulla se andò via e nessuno lo vide più…

Ridursi
Il signor Deschamps aveva una bella famiglia in una bella casa. Un bel garage, una bella macchina, persino un bel gatto. Poi sentì queste cose come un troppo.
Vendette la macchina, regalò il gatto, affittò il garage. Per un po’ si sentì meglio.
Quando la sensazione del troppo ricominciò a pesargli sul cuore decise di vendere la casa senza dire niente alla famiglia. La moglie lo lasciò e si portò via i figli con sé.
Finalmente si sentì leggero. Ma la cosa non durò.
Dopo qualche tempo cominciò a sentire anche se stesso come un troppo. Si liberò allora dei sentimenti, poi dei vestiti, dei soldi, del mangiare. Ma ancora qualcosa non andava.
Regalò i capelli e tutti i peli del corpo, poi gli organi e gli arti. Rimase anche senza pelle ma quella sensazione non cedeva, sempre gli pesava nel suo essere.
Alla fine capì, si svuotò dei pensieri e si sentì subito bene.
Ora, nel villaggio di Rue-sur-Mer vive un uomo felice. Non ha una faccia né un corpo ben fatto, né una bella casa, né tantomeno una famiglia affettuosa, ma è felice di non avere niente.
Dentro di sé ha il nulla e per questo sorride.

Cosmogonia
Quando il Demiurgo emerse dal Caos plasmando tutto ciò che esiste, l’intero Universo scoppiò in un grido di gioia. Tutti coloro che lo popolavano si misero a festeggiare. Tranne uno, il dio Salvatore Scapece.
Facendo breve questa storia arriviamo velocemente al tredici-miliardesimo anno della nascita dell’Universo. Tutti gli dei stavano assistendo alla fine della realtà così come esiste. Tutti erano tristi. Tranne uno, il dio Salvatore Scapece.
Proprio mentre tutto ciò che esiste tornava al nulla, lui si mise a festeggiare.

Diario
Da ragazzino scriveva sempre nel suo diario immaginario. Non era una cosa reale, ma per lui era come i diari di tutti gli altri bambini, fatto di fogli di carta e memorie scritte.
Una volta cresciuto, aprendo un cassetto della sua vecchia cameretta, ritrovò quell’oggetto fatto di nulla e si mise a leggere i suoi vecchi ricordi…

Nulla
Uno dei due saggi filosofi se ne stette in silenzio. Non un gesto o una parola.
L’altro capì tutto e sorrise.

I due filosofi si fecero i complimenti a vicenda mentre il pubblico applaudiva. Poi si spensero le telecamere, la trasmissione televisiva era finita, ma i due continuavano a farsi i complimenti.
“Certo che la gente si beve proprio di tutto, persino quando si parla del nulla” e cominciarono con piacere a contare i soldi degli sponsor.

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Leggende familiari…

Nella famiglia Macchiavellazzi esistono leggende di famiglia che dire incredibili è poco. Gente imparentata con animali, esseri mitologici con il mio stesso cognome, pazzi furiosi che hanno vissuto una vita per finta solo per fare uno scherzo a qualcun altro! Naturalmente sono tutte leggende quindi i nomi che seguiranno non compaiono in quello che è da considerarsi il vero e unico Albero Genealogico della famiglia Macchiavellazzi, ma alle volte fa bene curiosare tra gli scheletri di famiglia, anche solo per capire fino a che punto si può essere portati alla pazzia…

Un giorno, mentre mio padre studiava Storia Medioevale all’università, leggendo un libro sulle guerre mussulmane trovò un nome che colpì la sua attenzione: “Pascallo ibn Erminio al Abid Machiavellazzi-Makhlouf“. Ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, ogni tanto mio padre chiama una qualche sperduta ambasciata mediorientale nel tentativo di sapere qualcosa su quel nostro possibile lontano parente.

Mio cognato Reginaldo è nobile. Fin qui niente di strano, persino io a ben guardare ho un imperatore nel mio albero genealogico, ma il problema è che lui ci tiene proprio a questa cosa e continua a cercare nuovi parenti, sia suoi che di sua moglie, vale a dire mia sorella Eleontorta, che abbiano un po’ di sangue blu nelle vene. L’ultimo che ha trovato apparterrebbe proprio alla nostra famiglia. Tale Filσmεnσρυlσs Mαςςhiανεllαζζi, tiranno di Tracia in anni non ben precisati durante il V secolo a.C.

L’altra sera mio fratello Rorenzo, che è un televisore-dipendente, stava guardando un documentario sull’Antica Grecia e le sue mitologie. Mentre parlavano di fauni e ninfe hanno mostrato un quadro medioevale di un famoso pittore che raffigurava per l’appunto una scena mitologica di concezione classica. Mio fratello ha detto che uno dei fauni aveva una faccia che assomigliava tantissimo a quella di nostro nonno Giantordo, di cui io porto il nome. Incuriositi da questa affermazione siamo andati in quel museo a chiedere informazioni e poi anche in biblioteca. Insomma, alla fine è venuto fuori che tra i modelli usati per quel dipinto potrebbe esserci stato un nostro parente. In una nota appare il nome Samirlo Miacchiavellazzi detto il “Mutandato”, vissuto nel 1300 circa.

Tempo fa ho fatto visita ad una sorella di mio nonno, suor Gerlanda, una vecchietta simpatica che ha passato buona parte della sua vita in convento. Tra un discorso e l’altro siamo finiti a parlare di parenti lontani, è venuto così fuori che il fratello del mio bis-nonno potrebbe essersi sposato per colpa di una frase di troppo. Scherzando con gli amici aveva detto di salutare una ragazza del paese, tale Garbatea, e dirle che l’amava, ma uno degli amici non aveva capito la battuta ed era veramente andato dalla ragazza per riferirle il commento. Il prozio era un tipo a cui piaceva scherzare parecchio e pare che questo fatto l’abbia così divertito che ha cominciato a sostenere la storia inventata del suo amore per Garbatea. Alla fine si sono sposati e hanno fatto anche un figlio insieme. Sul letto di morte dicono che rideva come un matto, e quando la moglie gli domandò il perché, lui rispose che tutta la vita trascorsa insieme era stata solo uno scherzo. Morì con il sorriso sulle labbra e le mani della moglie attorno al collo.

Nel 1621 venne giustiziata Pancrazia Macchiavellazzi, una mia lontanissima parente. Secondo una leggenda di famiglia il motivo della morte fu il suo legame sentimentale con un cavallo. Sempre secondo quella leggenda, lei stessa era figlia di un Macchiavellazzi ed una pecora.

Tra i miei lontani parenti è esistito un imperatore, Arimateo Macchiavellazzi. La mia famiglia possedeva delle carte originali dell’epoca, che abbiamo poi donato ad un museo di storia medioevale, su cui compare un riferimento a delle sue fantomatiche origini mitologiche. Come se già discendere da un dio non sia abbastanza. Sulle carte è riportato che Milzia, la dea etrusca che secondo il mito faceva venire mal di testa alle donne proprio prima dell’atto amoroso, fosse un giorno apparsa a Bivoncella. Mentre intorno a lei si riuniva una folla di gente sorpresa e festante, pronunciò una profezia: “Dal mio ventre avrà origine la gloria di Bivoncella!” e scelto un uomo a caso avrebbe dato i natali ad un bambino, lo stesso Arimateo, il quale era quindi destinato fin dalla più tenera età a divenire imperatore di Bivoncella. Morì molto giovane, ucciso dalla popolazione locale scocciata dalla sua spocchia.

E questo è quanto, almeno per quello che ne so al momento, sulle leggende dei miei parenti presunti o reali.

Inventarsi vite false sta diventando la mia vita vera…
Cmq e Sempre Byo

Ritorno dal lungo viaggio…

Molte delle persone che conosco ultimamente si sono date a viaggi strani e senza una meta precisa, così mi sono deciso e c’ho provato pure io. Sono partito senza sapere dove sarei finito e il risultato è stato un susseguirsi di incontri con gente che alla fin fine mirava solo a profanare le mie grazie o a intascarsi i miei tappi di birra preziosamente collezionati ogni volta che entro in un pub ad ubriacarmi. Mi piacerebbe dire che sono tanti, e che la loro mancanza mi avrebbe creato problemi, ma sinceramente quando sono ubriaco non è che posso stare lì a fare attenzione a degli inutili tappi!
Ad ogni modo si diceva che ultimamente ho viaggiato parecchio, e difatti sono finito in diverse città. E mica troppo vicine, per giunta! Tanto per farla breve vi pubblico le foto che ho fatto durante il viaggio:

Giantordo a Sidney

Giantordo a Kingston

Giantordo a Reykjavík

Giantordo a Rio de Janeiro

Naturalmente dovevo lavorare per continuare a viaggiare, e viaggia che ti viaggia si finisce anche con il conoscere amici strani, oltre che “fare” cose strane:

Giantordo pastore in Australia

Giantordo, roba allucinante in Australia

Giantordo in un deserto

Giantordo by night

Insomma alla fine sono tornato a casa l’altro giorno, giusto per il mio onomastico. Che oltretutto quest’anno cade pure nel giorno suo ma morire che qualcuno mi abbia fatto gli auguri!
Vabbè, ad ogni modo i risultati di questo viaggio sono stati:
– Una vistosa bruciatura da freddo sulle chiappe, ricordo di quando ho lavorato in un campo nudisti in Lapponia come “Fornitore di chiappe per la pista di biglie“, che oltretutto sembra sia diventata una roba di gran moda da quelle parti.
– Un tatuaggio tribale di gruppo sulla schiena, ovvero un’accozzaglia di pastrocchi creati dai membri di una tribù maori che una notte, mentre ero ubriaco, volevano imparare a fare tatuaggi usando la mia pelle. Una bella esperienza etnica…
– Il piercing ai testicoli che mi sono fatto per conquistare una ragazza ad Amsterdam, che poi ho scoperto essere una prostituta e quindi mi bastava tirare fuori il portafoglio… Comunque un bel ricordo.
– La ricevuta dell’ospedale dove sono finito per aver saltato da un palazzo in fiamme, e le fiamme le avevo scatenate io per il mio solito problema di fumare da sonnambulo!
– La foto, che mai mostrerò, di un barbone ed una insegnante di asilo che se le danno di santa ragione mentre dei bambini sullo sfondo scommettono pesante. Vi dico solo che volavano cifre straordinarie come un fantastilione di soldi o pianeti interi di dolci che il mio papà ne ha tantissimi e li tiene tutti nello spazio!
– Il segno dei denti che una vecchia mi ha lasciato su un braccio mentre le strappavo un panino di mano, e i soldi che mi hanno dato per aver venduto la dentiera di quella rompiballe. C’è chi ha i denti e il pane, che chi vende i denti altrui e ci fa dei soldi!

Ed infine la soddisfazione di essere riuscito a partire senza una meta precisa, aver attraversato buona parte delle terre esistenti su questo pianeta, conosciute o meno. Come quella volta che sono stato ad Atlantide e mi hanno detto di non parlarne mai… quindi senza parlarvene glisso e lascio perdere questo discorso senza senso.

E’ dura la vita di un viaggiatore immaginario,
Cmq e Sempre Byo

Le feste in famiglia possono uccidere…

Esattamente un anno fa ho letto un brano di un giornale, lo riporto solo adesso per motivi di pigrizia da record:
Scompiglio natalizio a Barigutta di Sopra.
Una modesta e allegra famiglia come tante, con sedici nonni, quattordici zii provenienti da ogni parte del Paese, un nipote acquisito ma non si sa da chi, una madre cuoca, un padre nevrotico ed una cinquantina abbondante di regali ben impacchettati, si stava accingendo a mangiare il tipico panettone natalizio quando un parente non meglio identificato saltò su dicendo: “Ma quando apriamo i regali?”. In un attimo avvenne il patatrac, vecchi che correvano in preda alla disperazione, bambini saltati fuori dal nulla che cercavano di rubare i regali lasciati incustoditi, un paio di genitori collassati al suolo. Fu allora che lo stesso parente di prima, nuovamente non identificato, saltò su dicendo: “E se partissimo tutti per un viaggio intorno al mondo? Il primo che arriva sarà il primo a poter aprire i regali!” Dopo un ok generale avvertito dai sismografi di tutta Barigutta di Sotto, nota soprattutto per il suo centro antisismico riconosciuto a livello internazionale, il parentado partì nella sua impresa.
Immaginatevi cosa accadde, avventure riguardo strani popoli dai colori più disparati, dalle lingue più incomprensibili e dal tipico vizio internazionale di incastrare la gente che fa da protagonista nei tipici racconti di Natale, in storie melense con finali buonisti e ricchi di sentimentalismi.
Finalmente ritornati a casa i vari parenti scoprirono amaramente di essere tornati indietro nel tempo di un giorno a causa di una qualche strana regola sul viaggiare intorno al mondo. La Polizia è intervenuta mentre i membri della famiglia si pestavano a sangue nel tentativo di trovare il causatore di tutto quel casino.

Se riporto questo articolo è perché sia d’esempio per tutti, mai aprire i regali a Natale!

Buon Gùmaligambi Pasquò a tutti i familiari di buona volontà!
Cmq e Sempre Byo

Famiglia, vite vissute per finta…

Molti mi inviano lettere immaginarie in cui mi scrivono che sono pazzo, che passo tutto il mio tempo facendo solo cose inutili come scrivere testi demenziali o fare fotomontaggi assurdi. Ma la verità è che sono una persona normalissima, come tutti ho una famiglia e faccio cose banali di tutti i giorni, anche se devo ammettere che ogni tanto mi capita di perdere qualche libro perché finisce al di là dello specchio e alcuni mobili va a sapere come me li ritrovo appesi a testa in giù al soffitto… ma a parte questi piccolissimi dettagli tutto il resto è banalissimamente normale!
Ecco, se proprio vogliamo trovare qualcosa di leggermente diverse dal consueto, ammetto che ho una famiglia molto numerosa, e proprio per questo, per evitare di dimenticarmi di qualcuno nel fare i regali di Natale, negli ultimi tempi mi sono impegnato nel creare un albero genealogico di tutti i parenti.
Quindi ecco a voi l’Albero Genealogico della famiglia Macchiavellazzi:

Famiglia Macchiavellazzi - Albero genealogico con stemmi

Ed ecco qualche foto che ho preso dagli album di famiglia:

Anziana e Foto

Bambini

Cavaliere

Coppia con Sfondo

Coppia

Famiglia a Madonna di Montebello

Famiglia con Libro

Famiglia in Posa

Fidanzati

Gruppo con Prete

Gruppo Famiglia

Gruppo Vendemmia

Il Generale Macchiavellazzi

Trio in Costume Tipico

Vi riporto anche qualche piccolo spaccato della mia vita familiare:

Pochi giorni fa ho fatto il prestigiatore alla festa di compleanno di uno dei miei nipotini. Con il nome di “Grande Mago Squizzato” stavo facendo divertire tutti i bambini della festa. Purtroppo non potevo fare il mio trucco migliore, l’estrazione di una modella da paginone centrale di Playboy dal mio cilindro, perché quei maledetti di Playboy mi hanno fatto causa. Quindi, come avrebbe fatto qualsiasi altro mago degno di questo nome, dovetti ridurmi ad estrarre il solito cappello a cilindro da un coniglio. Comunque la festa andò bene, mia sorella mi ringraziò, i bambini si divertirono, la madre di uno di loro mi saltò al collo giurandomi amore eterno, e alla fine della giornata ci fu anche un bell’incontro di lotta tra donne nel fango, esattamente tra la suddetta madre e mia moglie per decidere a chi dovesse andare la proprietà del mio cuore. Incontro terminato per ko tecnico al terzo round con la vittoria della mia gentile consorte.
Morale della favola abbiamo passato tutti una bella giornata tra amici e parenti.

Il mese scorso ho fatto una gita allo zoo con un mio lontano cugino. A parte che non ci sono più i leoni di una volta, devo ammettere che non ci sono manco più i cugini di una volta. Che sarà mai stato, l’ho buttato prima in una gabbia di leoni che manco l’hanno annusato, poi direttamente nella bocca spalancata di un ippopotamo che l’ha sputato ‘quasi’ subito, alla fine anche pagando uno dei custodi per creare qualche sano incidente ‘casuale’ non è successo niente. Manco quello è riuscito a farlo fuori!
Insomma sono andato allo zoo contento e ne sono tornato triste, con la speranza svanita di ricevere l’eredità cospicua di mia zia…

Mio figlio oggi ha detto la sua prima parola, è stata ‘Barbagallo‘. Mi sono informato e ho scoperto che la colpa è dell’amico Fedi. Se lo scopro ancora ad insegnargli certe parole gli stronco la carriera di falso mendicante spaccandogli le gambette per davvero!

Oggi ho beccato mio nonno a parlar male di me. Ormai è talmente rimbambito che è venuto da me a parlar male di me!
Promemoria per il futuro, devo inventare una macchina del tempo per comprargli un paio di occhiali come quelli degli anni settanta. Sono gli unici che vuole mettere, altrimenti altre figure di merda.

Mia suocera oggi ha cucinato. Non so cosa le sia venuto in mente. Abbiamo passato la domenica, unico giorno in cui non scrivo sul blog, all’ospedale. Per vendetta mi sono fatto dare la connessione Wi-Fi e ho scritto comunque qualcosa sul blog. Così impara la vecchia!

Oggi mio cognato ha fatto fare il primo bagno in una piscina piena di Champagne al mio nipotino preferito. E’ che loro sono la parte ricca della famiglia. Francamente io non li capisco, dovrebbero comportarsi come dei genitori normali per il bene dei bambini. Io, quando ero piccolo, non mi sarei mai sognato di fare una cosa simile, come tutti mi facevo il bagno in una normalissima piscina piena di Chinotto appena appena tiepido!

E’ morto un mio prozio. Beh, tecnicamente è morto parecchi anni fa, ma ogni tanto mi piace ricordarlo. Credo che molti ricordino i loro cari per l’affetto che portavano, altri per rimpianti del passato, cose che si volevano fare o dire a qualcuno che ormai non c’è più. Personalmente quel mio caro vecchio prozio amo ricordarlo proprio perché non c’è più. Era un rompiballe della madonna, sempre a darmi pizzicotti sulle guance, scappellotti sul coppino e a fare battutine sceme su quando mi sarei deciso a farmi la ragazza. Pirla!

Io ho un cane. Già solo questo è motivo di vanto, ma in più ho anche un gatto. E continuando ad elencare bestie che ho in casa posso contare anche 12 pesciolini in un acquario, due cocorite, un criceto russo e credo un numero imprecisato di pulci che mi corrono per tutta casa. Amo gli animali, ma almeno quelli di casa mia li darei volentieri alle fiamme!

Estate!
Quest’anno siamo andati da mia cognata, anche lei ha avuto due gemelli da poco, quindi quattro rompiballe urlanti da tenere sotto controllo… Se non mi suicido questa volta ho buone speranze di vedere il mio sogno realizzato: tra una ventina d’anni figli fuori di casa e nudismo integrale di coppia ininterrotto!

Ci sarebbero ancora tante altre storie interessanti su nonni, zii, cugini e quant’altro, ma il fatto resta, ho una famiglia di rompiballe ma del tutto normale, quindi dopo un po’ i racconti finirebbero con l’essere troppo simili a quelli di chiunque altro. L’unica cosa che ci tengo ancora a dire è che il mio fratellino minore è davvero un fenomeno. Adesso è ancora piccolo, ma sono sicuro che Bob da grande mi darà delle soddisfazioni incredibili!

Detto questo saluti a voi e famiglia,
e se non l’avete createvela!
Cmq e Sempre Byo

L’Esibizione dell’Invisibile…

Tutti i giornali ne parlano, oggi in città è arrivato l’Uomo Invisibile! Tutti, grandi e piccini, sono accorsi a vederlo. Molti i delusi che sono tornati a casa senza la possibilità dargli un’occhiata: “Le code erano troppo lunghe!“, “C’era troppa gente per poterlo vedere tutti…” queste alcune delle lamentele dei testimoni. Comunque tanti altri hanno avuto la fortuna di assistere al grande prodigio. L’hanno visto svegliarsi dal suo letto invisibile, mangiare la sua colazione invisibile, leggere il giornale anch’esso invisibile, e addirittura andare al bagno invisibile. Cosa, quest’ultima, censurata per la presenza di bambini tra la folla. Infine si è messo in posa per tutti coloro che volevano farsi una foto ricordo.

Folla per l'Uomo Invisibile 1
Folla per l'Uomo Invisibile 2
Folla per l'Uomo Invisibile 3
Giantordo con l'Uomo Invisible

Grande meraviglia generale quando si è scoperto che l’Uomo Invisibile era sovrappeso e con i brufoli. Molte donne che prima lo volevano sposare hanno deciso di rinunciarvi. “Va bene il fatto di non poterlo mai vedere“, hanno detto le non-più future spose, “ma vi immaginate come verranno le foto del matrimonio se quello ha la faccia piena di brufoli?!
Non solo le signore, molti sono stati quelli che se ne sono andati delusi dalla novità negativa sul loro beniamino. Finita così meramente la sua carriera da star dello spettacolo, ora il brutto Uomo Invisibile si è visto costretto ad accettare l’unica offerta di lavoro pervenutagli: Direttore della fotografia per conto di una semi-sconosciuta emittente radio.

Sembra una vaccata ma i giornali mi appoggiano!
Cmq e Sempre Byo

Favole e dicerie…

C’era una volta un tizio che viveva una vita ben strana, fatta di luoghi bizzarri e gente assurda. Se ancora non l’avete capito quel tizio sono io e la gente strana forte siete voi!
Fatto questo preambolo vado a esporvi il mio problema. Ogni tanto mi capita di andare in un piccolo parco un po’ nascosto al resto del mondo. Il fatto è che girano delle dicerie sul suo conto alle quali non so se credere e per questo vorrei sapere il vostro parere. Dicono che sia un luogo misterioso a cui si può arrivare solo dopo aver attraversato un labirinto incantato, che al suo interno vivano creature mitologiche, e infine che sia la sede si sabba pagani e demoniaci.
Sarò sincero, sì, mentre ero là mi è capitato di incontrare gnomi o piccoli elfi dei boschi che gironzolavano tra alberi e cespugli o ballavano con qualche piccione, ma francamente qual è il bosco in cui non vivono? D’accordo, alle volte passandoci alla sera tardi mi è anche capitato di vedere dei satiri infrattarsi dietro le frasche con ninfe e affini, ma vi sembra qualcosa che non avete mai visto? Una notte mi ricordo di aver assistito ad un sabba di streghe tutte nude che ballavano come matte intorno ad un falò, ne è emerso Lucifero, devo dire una bella persona distinta, ma bisogna anche dire che quella volta ero parecchio brillo dopo una lunga serata con gli amici in birreria! Insomma, tra tanti che parlano male di quel posto non ho mai sentito nessuno evidenziare i suoi lati positivi. Ad esempio c’è un bel parco giochi in cui sono ammessi tutti i bambini, compreso uno strano infante alato col pannolone che va in giro sparando frecce a raffica. E nessuno, dico nessuno, parla mai del sagace gruppetto di vecchietti che ogni giorno si ritrova a parlare delle partite di calcio e magari si diletta nell’arte del palpeggio insieme alle streghe di qualche riga indietro.
Io, se c’è una cosa che proprio non sopporto, sono quelli che dicono cose a vanvera. Che parlano di posti che non sono mai riusciti a vedere, sia a causa di una loro pigrizia cronica o del Minotauro che vive nel labirinto che fa da ingresso ad un parco! Che oltretutto potrebbe anche far pagare di meno l’ingresso perché, a voler essere sinceri, un sacrificio umano all’anno in suo onore non sarà tantissimo, ma non è neanche così facile da organizzare.
Adesso vi devo lasciare, sono in ritardo per l’arrivo dei satiri e conseguente voyeurismo mitologico. Prima però vi riporto una piccola storia che ho preso dal mio diario, spero vi piaccia anche perché è tutta roba vera e quindi non è che posso stare lì a riscriverla seguendo le vostre indicazioni e magari vincere il premio Strega alla narrativa d’intrattenimento nella sezione ‘Racconti inventati ed esperienze palesemente finte‘:
L’altro giorno stavo camminando in un bosco quando d’un tratto mi ritrovo davanti Cappuccetto Rosso. La saluto, lei ricambia ed entrambi continuiamo per la nostra strada. Dopo poco mi viene in mente che se sta andando dalla nonnina finirà per trovare il lupo cattivo ad attenderla. Allora torno indietro correndo e prendo la scorciatoia, così da sorprendere il lupo prima dell’arrivo di Cappuccetto.
Arrivato che sono alla casa della nonnina entro e cerco di far smascherare il lupo: “Ehi vecchia, ma lo sai che sei proprio pelosa per la tua età!” e lui: “Ma scusi chi è lei?“, di nuovo io: “Dai lupo, non rompere le balle e finisci ‘sta messa in scena!“, e lui di nuovo: “Ma guardi che non capisco cosa vuole da me” Allora, irritato come una iena da quella pantomima, gli salto addosso e comincio a prenderlo a mazzate. In quella arriva Cappuccetto che non capendo la situazione cerca di fermarmi, non riuscendoci corre al telefono e chiama il cacciatore.
Un’ora dopo la polizia locale è riuscita a fermarmi sedandomi con tanta di quella roba da bloccare il cuore ad un elefante in corsa. Il lupo che si fingeva vecchina era finito all’ospedale con buona parte delle ossa ridotte in polvere, e quella pirla di Cappuccetto Rosso se ne stava a raccontare tutta la faccenda ad un poliziotto continuando ad indicarmi come fossi un pazzo a piede libero.
Certo che appena uscito dal manicomio ne ho incontrata di gente strana!

Il ‘C’era una volta‘ è roba vecchia!
Cmq e Sempre Byo