Me ne stavo…

Me ne stavo tranquillamente impazzendo quando un signore mi ha chiesto che ore fossero. Certo, si vedeva che aveva una certa urgenza, ma era doveroso da parte mia spiegargli che il tempo è una cosa relativa. Per questo portiamo gli orologi, per essere relativamente sicuri che le ore non se ne scappino via. Non so perché ma il mio interlocutore si è incavolato alquanto e ha cominciato a picchiarmi. Per fortuna è intervenuta la polizia a fermarmi perché sennò per quell’uomo poteva finire male. Potevo anche farmi ammazzare da tante gliene stavo dando!
Quando mi hanno liberato dalla prigione mi sono venuti a prendere i miei genitori e un gruppo di amici con festoni di avvenuta liberazione. In realtà però non erano i miei veri familiari e amici, erano degli alieni provenuti da un famoso pianeta, che quindi non starò qui a citare, giunti sulla Terra per impossessarsi del cervello più esteticamente gradevole allo sguardo che si potesse trovare. Per qualche minuto ho pensato si trattasse del mio, invece era quello di un altro tizio che venne fuori essere una delle mie personalità sfuggite al controllo. Luca Semprotti, quel figlio di una buona donna, che poi sarebbe anche mia madre e quindi devo dire che è davvero una brava donna, anche se alle volte mi fa incavolare così tanto che vorrei avere delle altre personalità per poter sfuggire da questa fastidiosa realtà! Comunque dicevo, Luca Semprotti era sfuggito alla mia volontà e si era fatto una vita propria. Era diventato un docente universitario di ‘Parossismo dell’inusuale e varianti sul tema del sesso tra animali vestiti da clown‘, un luminare dei nostri tempi. Al che, saputo ciò che c’era da sapere ma con in bocca il gusto del segreto irrisolto di dove cacchio sto andando a parare, cominciai a inseguirlo attraverso il mio cervello, che poi sarebbe stato anche quello che gli alieni inseguivano, rendendoci così i protagonisti di una bizzarra e inquietante danza di gente strana sulle pareti interne di un diamine di cervello di affermato bell’aspetto. La storia finì com’era cominciata. Ho ucciso Luca Semprotti in un bagno si sangue e ricordi mai esistiti. Ripensandoci non è la scena con cui è cominciata la storia… Adesso sto bene, ho fatto amicizia con gli alieni, ho anche avuto una storia con quella che spero essere un’esponente femminile della loro specie. Nel caso vi saprò dire su eventuali inseminazioni aliene nel mio corpo o su miei presunti figli di un altro mondo venuti per conquistarci con il sorriso sulle labbra, un’arma nucleare in mano e un chilo di parole da riversare a cacchio nelle nostre orecchie.
Quindi attenti a voi abitanti della Terra, i miei figli un giorno distruggeranno il vostro, ma anche nostro, pianeta con parole sparate a cavolo!

Giantordo Pazzo

E’ nata come testo ma poi è diventata la mia vita vera…
Cmq e Sempre Byo

La Vecchia e l’Auricolare…

Quello che segue è il resoconto di una mia giornata neanche troppo particolare:
Io e l’amico Checco lavoriamo insieme da tempo, siamo i tuttofare in un’agenzia di moda prêt-à-porter per Sexy Shop. In pratica stiamo tutto il giorno a spostare casse piene di abiti ambigui per gente ancora più ambigua con il rischio che uno di questi simpatici signori voglia fare la nostra conoscenza in maniera più profonda. Ma non è questo il punto, il fatto particolare è che oggi non avevamo niente da fare al lavoro e così la nostra capa, come sempre gentilissima e dolcissima, ha buttato giù una parete del suo ufficio con un pugno ben assestato. Essendo noi addetti a tutto ciò che comprende la parola ‘Tutto‘ era compito nostro tirarne su una nuova.
Alla fine della giornata eravamo distrutti, così io e il mio buon amico ci salutammo e tornammo ognuno verso casa propria.
Sull’autobus c’era una ragazza che parlava al cellulare usando gli auricolari e un’anziana signora, in piedi, che la guardava affatata. Io ero seduto proprio davanti a quest’ultima, e se ve lo state chiedendo no, non le avrei lasciato il mio posto manco morto, e le dico: “Non si preoccupi. Quella ragazza è semplicemente pazza. Pensa di parlare a distanza con una persona immaginaria“. La vecchia allora ha tirato fuori un cellulare ultimo modello, mi ha fatto una foto, poi ha chiamato un’amica, tale Guendalina, e le ha detto: “Ué Guenda, questa la devi proprio sentire! C’è qui un pischello che non capisce troppo un cavolo di tecnologia!! Stasera ci becchiamo su Facebook e ti passo la foto di ‘sto sfigato!
Per fortuna alla sera, tanto per divertirmi s’intende, ho attraversato lo specchio del mio bagno e mi sono ritrovato in un mondo dove tutto era al contrario di com’è nella realtà e finalmente mi sono sentito a casa.

Questo brano avrebbe potuto essere un best seller,
se solo il titolo fosse stato: ‘Passeggiando per la città con un nocciolo di ciliegia in bocca
Cmq e Sempre Byo